lunedì 24 dicembre 2012

QUANDO LE PAROLE PESANO

E’ auspicabile che il ceto politico che ha lasciato il Parlamento in questo fine legislatura abbia  ascoltato con attenzione le dichiarazioni del Presidente Monti e  le risposte rilasciate ai giornalisti nella conferenza stampa di fine anno. Sarebbe auspicabile che anche le caste politico sindacali sparse negli anfratti rappresentativi locali del paese abbiano udito.  Certo non si può pretendere che qualcuno comprenda ciò che non si vuole intendere! ma una cosa è possibile che tutti la abbiano capita: quanto siano importanti non solo in politica le parole e quanto sia difficile saperle usare, quando si ha l’avventura di ricoprire una responsabilità pubblica.  Per averne certezza è sufficiente leggere i commenti politici del giorno dopo e  prendere atto della scompostezza, del nervosismo e dello sgomento che la “salita in politica” del Professore sta’ generando.
Per chi usa le poche parole di buon governo, come sembra costume del Prof. Monti, il politichese dei nostri dirigenti e uomini politici rischia di diventare oltre che vacuo e scadente, evanescente e incomprensibile; per cui una parola mal detta, come è capitato all’On.Alfano nei giorni scorsi alla Camera, può arrivare come una saetta che mette in crisi il Governo e manda in pezzi il PDL e in bestia il suo Capo.
Insomma le parole non bisogna solo contarle ma anche pesarle!
Per passare ad oggi, il Professore ha dato a tutti il compito a casa.
Nel fine settimana natalizio gli italiani dovranno leggere la sua Agenda , già disponibile on line, e trarne convincimenti e spunti per allontanare i populismi e meditare sulle future scelte elettorali. Chi naturalmente è più interessato  a misurarsi o a farsi misurare sono i fuggitivi, gli incompresi, quelli che l’avevano già detto che bisognava fare una lista di centro! Che bisognava distinguersi da Vendola, da Fassina, da Dipietro, quelli per i quali non si poteva prescindere dall’Agenda Monti e che bene hanno fatto a distinguersi. Gli assertori dell’europeismo più convinto cercheranno di salire sul carro che conduce in Parlamento e forse  anche Renzi metterà sul piatto i suoi carrieristi di provincia.  Grazie all’infelice uscita di Dalema il povero Bersani, fra deroghe, uscite e incomprensioni sarà costretto a cedere quote di sovranità, che peccato quelle primarie! Per fortuna che  la saggezza del Colle c’è.  Buon Natale a tutti.
(Cfr. http://ubaldogerovasi.blogspot.it/2012/10/monti-bis.html

mercoledì 12 dicembre 2012

CENTRO UGUALE EQUITA' RIGORE e SVILUPPO

E’ proprio vero quanto dice l'On. Tabacci, Berlusconi deve sollevare "la coppa  del disastro politico e morale del paese"!
E si capisce che abbia deciso di  ritornare alle urne per realizzare una presenza politica di mantenimento, proporzionale alle sue diverse  esigenze politiche, imprenditoriali e familiari.
Certo non riuscirà più a recuperare tutti quegli elettori che hanno dato fiducia e creduto alle promesse di rinnovameto liberale  lanciate con  Forza Italia dal 1994; l’effetto annuncio è finito e qualsiasi trucco mediatico non  farà altro che peggiorare il livello di consensi che da mesi si sta’ avvolgendo, per venire  giù irrimediabilmente come una valanga di neve. Il piccolo premio lo avrà forse il  Movimento  5 stelle a patto che il centro sinistra capisca che il suo possibile  successo sarà proporzionale al rinnovamento, al rigore nell’ammissione delle individualità provenienti dalla  società civile ed alla realizzazione di una terza gamba di centro costruita sulla roccia e non sulla sabbia.
Per vincere bisognerebbe armarsi di tanta umiltà e spirito di servizio per dare vita, nell’ambito del centrosinistra, ad una lista qualificata e cristallina della quale sia referente il Prof. Monti, come elemento di garanzia europea e internazionale, in linea di continuità con l’azione di rigore equità e rinnovamento delle istituzioni fin qui realizzata. Una  lista nella quale, se volessero potrebbero partecipare anche  i costituendi movimenti di Italia Futura, Verso la Terza Repubblica e Fermare il declino, purché riescano a discernere i notabili dai furbacchioni! Se Casini vuole essere della partita  e contribuire  ad irrobustire la gamba del centro con i suoi  residui voti, potrebbe essere ben accetto, ma riuscirà, oltre che a rievocare le sue primogeniture centriste, a riassettare i suoi  ranghi alle  nuove regole di ingresso?
Come è presumibile questa ipotesi non sarà gradita a Bersani ed ai suoi sinistri, ma se il Presidente Napolitano non anticipa la sua uscita, questa resta una prospettiva  da non sottovalutare.   Nel caso contrario sarà la coalizione vincente a decidere la sorte del Governo prima e della Presidenza della Repubblica poi.

domenica 2 dicembre 2012

IL GARANTE CHE GARANTISCE

Non si può dire che il Partito Democratico nel recente periodo in materia di Garanti ci abbia proprio azzeccato. Ha voluto insistere con la solita arroganza a ricoprire i posti resi disponibili per le varie privacy e autorità per dare ingiustificati buon serviti alle caste in uscita ed ora, nella delicata fase delle primarie di coalizione, nel capogiro dell'imprevisto successo, si è incartato del tutto. Chissà se il Garante per le primarie è stato scelto con il concerto degli altri partecipanti alla coalizione (Vendola e Tabacci), forse si o forse no, o meglio, se gli altri componenti della coalizione hanno acconsentito all'altalenante spumeggiare di varianti in corso d'opera. 
Una cosa è certa, dopo i primi risultati nell'evolvere degli avvenimenti, il ruolo di garanzia è sembrato un po' plateale ma non certo garantista. Purtroppo negli ultimi decenni questa fattispecie nella pratica politica è via via scaduta, con il sorgere dell'attivismo clientelare introdotto dai partiti unipersonali e padronali della seconda repubblica. Al tempo in cui “era” la Costituzione, il parlamento rappresentava l'organo legislativo, “erano” i deputati e i senatori con il Governo che facevano le leggi ed il ruolo di controllo e di garanzia avevano ben altro peso e valenza. 

giovedì 22 novembre 2012

NOTABILI O FURBACCHIONI ?

Hanno impiegato molto tempo a fare le prove di dialogo, ma finalmente ce l’hanno fatta!  Improvvisamente dopo tanti incontri, scontri e tentennamenti i nuovi manager del  marketing mediatico hanno fatto le quadre. Gli esperti del lobbismo  politico, sociale e sindacale,  gli invisibili sviluppatori  della  rete, cominciano a far emergere all’attenzione del grande pubblico il frutto del  paziente lavoro.  Ed ecco che una alla volta, in previsione dello scontato ballottaggio delle primarie del PD e la  risibile superflua rincorsa di quelle del PDL di Alfano, si  presentano i salvatori, gli innnovatori della politica del nostro Paese. 

mercoledì 14 novembre 2012

MARIO MONTI AL QUIRINALE ?


Lo dice Bruno Tabacci, ospite dei Dibattiti Adnkronos: "Voterei volentieri Mario Monti al Quirinale. Oltre ad essere un tecnico di grande competenza, ha dimostrato di essere un politico di rara raffinatezza". 
E' una affermazione seria ponderata e coraggiosa. Assieme alle altre valutazioni ormai da campagna elettorale   vanno esaminate molto attentamente, per comprendere il contesto politico nel quale ci stiamo avviando. La riportiamo per sottoporla volentiere all'attenzione dei lettori del blog.

sabato 27 ottobre 2012

UN BAGNO DI ALTA POLITICA

Dopo anni di pressappochismo e mesi di antipolitica e  malcostume,  ieri sera partecipare per caso alla presentazione del  libro di Bruno Tabacci  “PENSIERO LIBERO” è stata una occasione ghiotta per  meditare e riflettere sui problemi  veri che oggi affliggono l’Europa e il nostro paese.
Una lectio doctoralis che  i lettori del blog ed i  miei amici sassaresi  hanno perduto, ma che spero possano  in qualche modo recuperare attraverso i mezzi di informazione e le altre occasioni che, certamente Tabacci non  mancherà di offrire, nel suo giro  dedicato alla campagna per  le primarie di coalizione del PD, appena iniziata. Comunque il seme è stato gettato e  la modesta ma attenta partecipazione degli amici dell’API accorsi anche dal circondario e dal nuorese, seppur ha risentito (forse) della  non presenza degli alleati di coalizione  e di quella attenta espressione della politica locale popolare, professionale  e  culturale evocata da Tabacci nel ricordo degli uomini politici (Segni, Cossiga, Berlinguer) che hanno fatto ben conoscere Sassari nel nostro paese, certamente diffonderà i suoi benefici effetti.

giovedì 18 ottobre 2012

E’ SOLO SPOSTATO TROPPO A SINISTRA ?

Rimandiamo per l’attenzione dei nostri lettori, all’opportuna intervista sull’Unità del 17 ottobre 2012 rilasciata dall’On. Tabacci : “Non mi riconosco nel manifesto, è troppo di Sinistra, perché non sono stato coinvolto?…”, per  riflettere sul limite posto da  Vendola alla coalizione sull’accettazione di una presenza che stia al centro della stessa coalizione, come proposta da  Bersani. Il vero problema, attorno al quale cavalcano i populisti e cercano aggancio gli esclusi, si nasconde nell’impossibilità di mediare con le forze sociali, essenziale ad una cospicua parte del PD che appoggia Bersani, nello spirito e secondo la coerenza verso l’Agenda Monti manifestata da esponenti dello stesso PD e secondo i richiami dell’On. Tabacci  per la ricaduta della stessa Agenda  e sui propositi di cambiamento della riforma del Lavoro. Questi argomenti, se si leggono nell’ambito delle linee politiche proposte da Tabacci, contenute nel suo libro (di Alberto Gentili“PENSIERO LIBERO”)  in corso di presentazione nelle diverse città italiane, hanno maggior valenza delle minacce di battaglia annunciate da Dalema nel caso di vittoria di Renzi alle primarie. Francamente non si capisce quale sia il  terreno dello scontro, se non quello prettamente interno al PD intriso di quella   "vera modernità" rappresentata da Bersani ed espressa nel contestato "Manifesto", che lo stesso Dalema dovrà portare in giro per l'Italia  nella prossima campagna elettorale di coalizione.
Con questo tipo di premesse viene difficile apprezzare un invito a prendere parte alla realizzazione di un programma politico di coalizione che dovrebbe ambire ad offrire agli lettori la nuova governabilità di un paese e la sua futura stabilità economica internazionale. Non  emergono certo segnali unitivi e di sviluppo! Sembra quasi il crogiolo  di  metalli  diversi messi per far  precipitare  anziché per realizzare una nuova utile amalgama. Non  v’è prospettiva minima, idea creativa alcuna di paese sul quale un giovane possa ipotizzare o nascondere un sogno minimo per il suo domani.
Anche la parvenza di rinnovamento inventato con la rottamazione,anziché diventare il coacervo ideale per riappropriarsi della politica, rischia di diventare  un terreno di scontro fra fazioni pronte solo a difendere interessi di parte particolari. E smettiamola con questi finti sacrifici, chi ha esperienza politica si metta una volta al servizio della comunità e del bene comune, sarebbe l’unica strada, sulla quale il Presidete Napolitano stà richiamnanado i partiti,  per contribuire a rinnovare la politica e crescere in Europa sulla linea fin qui tracciata, con tutti i suoi limiti, dal Governo Monti.

lunedì 15 ottobre 2012

FINALMENTE UN PO’ DI COERENZA

Riteniamo molto utile per i lettori del blog pubblicare per intero la lettera con  la quale l’On. Bruno Tabacci ha motivato al Segretario del PD Bersani le ragioni per le quali non ha inteso aderire e quindi sottoscrivere il Patto dei Democratici e dei Progressisti, a meno che  non venga integrato con le sue proposte.
Non sembra  utile pertanto fare  particolari commenti se non evidenziare che in questo momento delicato, molti parlamentari e responsabili nazionali e locali  della politica bene farebbero a riflettere ed assumere tutte quelle iniziative per riportare l’azione politica sul solco del rigore,  della correttezza e del rinnovamento, sollecitati dal Presidente della Repubblica Napolitano, necessarie ad unire il paese. Anche noi crediamo, e nei  nostri post molte volte  per questo abbiamo fatto auspici, che  sia arrivato il momento di abbandonare gli interessi bottega, le facili speculazioni, gli allarmismi di parte ed avviare quella discussione aperta  per contaminare anche il centrosinistra auspicata da Tabacci.
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Caro Pierluigi,

Ho ascoltato e condiviso grandissima parte del tuo intervento odierno di apertura della campagna per le primarie a Bettola, un luogo che per te so rappresenta davvero molto, come per me Quistello: ripartire dalle radici è fondamentale per garantire un futuro più solido per l’Italia ed è una scelta che condivido totalmente.

lunedì 1 ottobre 2012

MONTI BIS

Un vecchio proverbio sardo: “a tie lo naro nura pro l’intende comare” che tradotto in italiano significa “lo dico a mia nuora affinché la comare comprenda ” , corrisponde  a  ciò che da mesi  sta’ cercando  inutilmente di far intenderere  il Presidente Napolitano  ai  partiti e alle forze politiche del nostro paese.
Qualche giorno fa in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico ha approfittato dell’ingenuità degli scolari per inviare un messaggio forte e perentorio ai più adulti che si preoccupano dell’antipolitica ad impegnarsi per  riformare la politica. Il vergognoso spettacolo offerto da alcune istituzioni, ha sottolineato il Presidente della Repubblica, rivelano  come nel disprezzo della legalità  si moltiplichino malversazioni e fenomeni di corruzione inimmaginabili e vergognosi.
Inutile dire che da quel momento lo spettacolo offerto dagli enti regionali nella gestione dei denari pubblici, raccontato in questi giorni dai media, getta  il cittadino onesto nello sconcerto e nella rabbia più silente.  Ciò che desta maggior fastidio e meraviglia  è comunque la noncuranza e la irresponsabilità di chi esprime le diverse opinioni politiche e sindacali nell'attuale contesto sociale, a margine di occasioni pubbliche e dei vari network giornalistici e televisivi. Finanche stimati imprenditori, giudici e uomini di cultura, inzuppano inopinatamente il biscotto dell 'antipolitica erogando giudizi e pareri maldestri che nulla hanno a che fare con il moderatismo e la cauta riflessione che il  delicato momento politico e sociali richederebbero.
Parole  e frasi in libertà che nella pretesa di una moderna democrazia danneggiano la stabilità democratica, la sensibilità sociale e l'immagine internazionale del nostro paese. Questa mania di remare contro, di speculare e contrapporre opinioni insulse e vacue, finlizzate  solo alla polemica ed a malcelati interessi di parte, deve avere un termine e non può protrarsi oltre ogni limite. Impegnarsi per riformare la politica vuol dire intanto  rispettare gli altri  così come vorremmo per noi stessi, mettendo l'uomo ed i suoi valori al centro della vita sociale. Il creato, la salute, la giustizia,la famiglia,il lavoro e la cultura sono  i pilastri su cui camminare per costruire il bene comune ed è su queste direttrici, con autorevolezza e  rigore  etico e morale che vanno chiamati e selezionati i rappresentanti della società civile da coinvolgere e candidare  alle future compitizioni elettorali.
L'On. Tabacci  dopo l’annuncio della candidatura alle primarie ha presentato i primi 140 comitati spontanei “Noi per Tabacci” composti da liberi cittadini che sono nati in questi giorni in tutta Italia a cominciare da Lombardia, Campania, Toscana, Basilicata, Sardegna e Puglia. La premessa  è stata quella di creare un punto di riferimento per chi proviene da una cultura politica cattolica- democratica, certamente non riferibile all’On. Rutelli che si sbraccia in questo senso, per concorrere  a realizzare un pezzo del mosaico della politica del paese, che potrebbe ricomprendere oltre al PD,  i socialisti SEL ed anche l’Italia del civismo e dell’associazionismo.  http://ubaldogerovasi.blogspot.it/2012/03/il-baricentro-politico-italiano.html
Al di là dell’evoluzione di questo importante momento costituente, che le vicissitudini mediatiche e quelle interne ai partiti ci riserveranno nei prossimi giorni, è molto importante la nascita dei Comitati spontanei per Tabacci, perché segnano l’incontro di capacità e professionalità locali che immediatamente e “concretamente” possono sviluppare e diffondere intanto il suo programma e l’intervista  di Alberto Gentili“PENSIERO LIBERO”   pubblicato da Tabacci, nonchè studiare e riflettere sulla “Agenda Monti” in funzione del suo consolidamento evolutivo. Con il consenso e la collaborazione dei suoi componenti e con l’apporto di tecnici, uomini di cultura, professionisti e delle Università, i Comitati potrebbero via via divenire quello snodo di analisi e lettura del territorio, dalla storicità al suo sviluppo, che  ispira e realizza l’Alta politica e la Buona amministrazione, banco di prova ed impegno per  rianimare le istituzioni e riformare la politica.http/ubaldogerovasi.blogspot.it/2012/01/aiutiamo-la-politica.html
Certo tutto ciò contrasta e fa sorridere la casta e i professionisti della politica che vedono nella disponibilità del Prof. Monti il solito carro su cui  salire per rinnovare e perpetuare le proprie posizioni. Ma chi crede di poter utilizzare una coerente e responsabile disponibilità  come coperchio  di un contenitore di aspirazioni, di interessi ed ambizioni, non può trovare cittadinanza nella futura colazione che governerà questo paese. Non sembra che gli attuali Segretari di partito, vecchi dirigenti, ex qualche cosa di destra, sinistra e centro siano portatori di carismi e affidabilità e  che possano con le astute schermaglie mediatiche gabbare l’ormai attento e vigile elettore italiano. La riproposizione delle vecchie solfe, che Renzi ha chiamato rottamazione, al di là delle ambizioni del primo cittadino di Firenze ed oltre  che fare ingrassare i grillini, non deve trovare cittadinanza se si vuole rinnovare questo paese. Le liste civiche devono veramente ospitare e chiamare il meglio della disponibilità della società civile, più oltre tutto è chiacchiera e l’astensione risale.




mercoledì 12 settembre 2012

E VENDOLA VA’ AL REFERENDUM!


Abbiamo ricevuto la ultima nota di “ Fermiamo il declino!  Dei tre eventi osservati che  hanno catalizzato l'attenzione politica dei media (Renzi, Agenda Monti e UDC) riportiamo quella conclusiva  riferita al convegno dell’UDC  di Chianciano, perché la  riteniamo utile al nostro dibattito ed alla attenzione dei nostri lettori:


“Infine, il terzo evento che ha alimentato le cronache politiche è stato il convegno di Chianciano, dell'Udc di Pierferdinando Casini. L'intervento di Emma Marcegaglia ha fatto scrivere a molti che la Lista Italia di Casini sarebbe a questo punto già l'inveramento della nuova offerta politica per le prossime lezioni. Noi non la pensiamo affatto così. Abbiamo per questo risposto con un comunicato stampa inequivoco, che qui vi riportiamo:

“A proposito degli accostamenti che sono stati fatti tra l'iniziativa di Fermare il declino e le scelte prese dall'Udc a Chianciano, sottolineiamo che per noi sono dirimenti quattro questioni:

1) Un forte rinnovamento della politica, impegni espliciti nei meccanismi di selezione della classe dirigente, vincoli per i quali non si possa dire una cosa a Roma e una Palermo;
2) Un energico mutamento nella politica economica, con proposte serie per abbattere il debito statale con cessioni pubbliche e retrocedere tagli di spesa in meno imposte a lavoro e impresa, vincolante per noi insieme alle 10 proposte programmatiche che abbiamo presentato;
3) Ridefinire lo Stato, il suo perimetro e le sue mille articolazioni inefficienti, dal socialismo municipale al sottobosco degli enti statali;
4) Cambiare le persone: senza evidenti discontinuità nel ceto politico, non si dà una risposta credibile alla protesta di massa della società italiana.

Su questi quattro punti, l'Udc a Chianciano non ha dato risposte. Continuiamo dunque per la nostra strada. Non c'è molto tempo. Se i partiti credono di affrontare il declino dell'Italia con modesti aggiustamenti, saranno gli elettori a svegliarli”.  

Non abbiamo messo in campo la nostra iniziativa per proporre e tanto meno diventare degli indipendenti sotto il simbolo dello scudocrociato, culla di Cuffaro e Lombardo. Se Marcegaglia, Passera e altri la pensano diversamente, questo riguarda loro. Non noi.

Non è affatto detto che da soli avremo, con così poche settimane davanti a noi e con così pochi mezzi esclusivamente frutto di raccolta spontanea, la forza di convincere gli italiani che il cambiamento profondo di cui siamo convinti cammina credibilmente sulle nostre gambe. Ma questo non significa che devieremo dalla chiarezza dei princìpi e delle proposte che abbiamo avanzato.

Fermiamo il declino!

Michele Boldrin, Sandro Brusco, Alessandro De Nicola, Oscar Giannino, Andrea Moro, Carlo Stagnaro, Luigi Zingales”

Condividiamo le preoccupazioni e il giudizio sul “fritto misto” di Casini  che pretende di innovare lasciando le “sue cose" come stanno.
( vedi il post del 12 aprile 2012 http://ubaldogerovasi.blogspot.it/2012/04/il-nuovo-centro.html).
Per il resto apprezziamo il vostro lavoro con l’invito a  proseguire. L’intenzione di rinnovamento non  sembra molto diverso da quello di Renzi, entrambi  in questo momento incontrano l’attenzione di grande parte degli Italiani, per il resto sono questioni di compatibilità  che ricadono solo sul PD che dovrà vedersela con Vendola.
Sull’Agenda Monti sarei più prudente e attento alla filosofia complessiva ed alle ricadute insite e derivanti dalla sua applicazione nei  differenti termini nazionali ed europei  di crescita e sviluppo. Vorrei solo ricordare a quanti fanno finta di dimenticarlo  che il Prof. Monti è Senatore a Vita dalla nostra Repubblica e che quindi gode di tutte le prerogative scritte nella nostra Costituzione. Non solo Prodi è distratto sul punto, caro Prof. Sartori, anche il Segretario del Pdl Alfano farebbe bene a fare una ripassatina

sabato 8 settembre 2012

CORAGGIO E RINNOVAMENTO



Rileggendo il Vangelo di ieri è ritornato alla mente un editoriale di P. Bartolomeo Sorge S.I., Politica italiana: “vino nuovo in otri nuovi”. Disponibile all'indirizzo: http://www.aggiornamentisociali.it/0803editoriale.html, di cui  si suggerisce la lettura. Rievoca con tratti profetici un momento cruciale della politica italiana del 2008 ed emergono le vicissitudini politiche di allora che per alcuni aspetti oggi si ripropongono. L’esigenza di   rinnovamento dinanzi alle nuove realtà, adeguare i comportamenti di chi esercita il potere alla luce del nuovo che avanza ed aggiornare l’azione politica alle mutate esigenze dell’uomo e della società.
Anche adesso  bisognerebbe assumere una nuova politica e adeguarla al “nuovo che fermenta”, …. aggiungendo qualcosa di buono  e di giusto, che necessita di un cambio radicale di mentalità.
Bisogna disporsi con coraggio al rinnovamento, altrimenti proseguendo con la parabola: "il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti".
Il nostro paese vive in questo momento una grande contraddizione sulla quale bisogna riflettere.  Il Governo Monti con la sua azione ha impresso un radicale cambiamento alla politica italiana conquistando meriti e visibilità per la concretezza delle iniziative e dei risultati. Mario Monti, in concerto con i partner europei, la BCE presieduta da Draghi e  la Commissione da Barroso, forse hanno messo l’Alt ai pericoli dello spread e trovato un primo rimedio  alle possibili difficoltà finanziarie dei singoli stati dell’Unione. Ha avviato quindi importanti riforme, in parte ancora da gestire e si appresta ora ad affrontare la fase più delicata della ripresa produttiva e occupazionale. Insomma nel fare i compiti a casa  ha dimostrato fin qui di averli fatti abbastanza bene.  Ciò che stride purtroppo è lo status in cui versano i partiti mono o pluripersonali e il ruolo delle parti sociali! Come osserva bene sul Corriere di oggi Michele Ainis, i primi, dopo aver assicurato inopinatamente e con arroganza ad alcuni maggiorenti, delicate ambite poltrone disponibili,  chiacchierano e auspicano la spartizione di poltrone e/o candidature in attesa delle elezioni di marzo  “facendo i conti senza l’oste”, mentre i secondi, rimasti al quaderno delle aste, preparano la piazza  in cerca di qualche visibilità, nella speranza che qualcuno nel frattempo pensi al cuneo fiscale o attivi la contrattazione decentrata.http://ubaldogerovasi.blogspot.com/2012/07/fanno-i-conti-senza-loste.html
 La partecipazione del Presidente del Consiglio alla fiera di Bari ci dà per ultimo lo spunto per riprendere con serietà e rigore una delle problematiche essenziali del contesto economico del nostro paese,  da tempo trascurata ma che  nella attuale marginalizzazione diviene pressante e  non rinviabile. Pensiamo alla dicotomia fra le due aree del nostro paese ed al crescente distacco  fra le economie e le culture del nord e del sud dell’Italia. Gabbata dalle forze politiche in campo che ancora guardano il sud come un buon serbatoio di voti e di promesse e il nord, come biglietto da visita per gli investimenti, gli expot e i mercati internazionali. Insomma un sud umile, accogliente e dimesso, proteso alla disperazione e sempre più povero, che si crogiola delle sue intelligenze migliori ricacciate nelle correnti migratorie interne e internazionali e un nord opulento e dinamico che ostenta ricchezza, club esclusivi di management tecnocratici, industrie e sviluppo,  che si agita sui suoi fronti per proteggersi dalle nuove e vecchie infiltrazioni. Non è forse il caso di riaprire la questione meridionale, ma nel nuovo sistema geopolitico europeo  esiste a nostro avviso certamente l’esigenza di porre in equilibrio le diverse macro aree del paese (che richiamano le future aree metropolitane) per realizzare delle  nuove e adeguate compatibilità  fra i diversi ambiti di sviluppo, in modo che non  si  protraggano e acuiscano  negativi conflitti  a rischio di dicotomie e possibili stati di dipendenza che dovrebbero far parte della storia. Dando la prelazione all’elemento culturale, và necessariamente avviata una progettualità  infrastrutturale di compenso speciale, che nel breve periodo ristabilisca recupero territoriale  ed equilibrio economico finanziario. Le sole passerelle rievocative dei cervelli, che ricorda l' informazione  sociale diffusa della prima repubblica, per quanto possano inorgoglirci, non sono sufficienti.




martedì 28 agosto 2012

… su CENTRO e dei CATTOLICI


Anche se questo blog ha le carte in regola per vantare una primogenitura su quella che viene oggi invocata per la nascita di una grande formazione popolare, necessitata dal fallimento dei populismi di destra e di sinistra della Seconda Repubblica, l’occasione per contribuire al dibattito ed alla  sua elaborazione, è ghiotta e di grande utilità.
Va’ perciò apprezzato sia il documento “originale” che la lettera  dei promotori, pubblicata e più volte ripresa sul Corriere della Sera, alla quale in particolare vogliamo fare riferimento, partendo dall’assunto della comprensibile esigenza che da “subito occorre lavorare ad un programma credibile nel quale si incrociano quelle reti territoriali di volontari e associati, provenienti dalla società civile”.  
Prescindendo dal programma, che in questa fase non può che essere uno stereotipo ad usum delfini   che riesuma le lacune dei passati  governi  ed assume l’operatività dell’Agenda Monti, e annotando  gli interessati richiami ai valori degasperiani riecheggianti nell’ultima settimana, ciò che più interessa è l’intenzione propositiva dei promotori sulla “la necessità di riattivare meccanismi di mobilità sociale…per includere quei milioni di donne e di uomini  e giovani esclusi dalla vita economica”….e non  reclutando due o tre  personalità della società civile…ma per cambiare in profondità, in primo luogo sul territorio e poi nella rappresentanza politica”.
Abbiamo valuto trascrivere  quasi per intero questi concetti fondativi perché da essi si generano  ed innescano  le maggiori frizioni e paure  presenti all’interno degli attuali partiti. In forza della partecipazione delle forze  sociali, per una ricercata presenza di rappresentanze della società civile,  nonché per l’allargamento ed il coinvolgimento dei cattolici nella vita  politica. Sui sindacati, in languore di visibilità e alla ricerca di un qualunque  patto sociale, che nonostante il dibattito ed il confronto dei dati sulla laboriosità e produttività con gli altri lavoratori europei, continuano imperterriti a blaterare in cerca di protagonismo, abbiamo già detto nel   post  precedente; emerge quindi la grande questione della partecipazione dei cattolici e delle varie aggregazioni nel nuovo millennio.
Laici e cattolici, volontariato, cose bianche, cose rosa, partito  dei cattolici, richiami della CEI,  richiami del Papa, richiami dei Vescovi, congresso di CL, unioni di fatto,  Dico,  matrimoni gay e così via! Certamente non è questo il tempo di  Partito dei Cattolici! né di rinascita della vecchia DC, né per continuare a praticare l’incompresa carità cristiana, o il mormorio di quei cattolici che sapendo di essere già posizionati nelle future liste elettorali, fanno melina evocando la dottrina sociale della chiesa.  La questione oggi va’ affrontata con serietà e carisma politico e soprattutto all’interno di un rigoroso percorso di principi e valori. “L’ispirazione cristiana, recita un documento del Concilio Vaticano II, richiede  che l’attività politica sia vissuta non come ricerca dei propri interessi, ma come servizio della comunità civile e come esercizio di carità, e quindi con profondo senso di responsabilità, con dedizione , sacrificio personale e soprattutto con profonda onestà”*. 
Non è quindi corretto prescindere da una attenta valutazione dell’attuale rapporto con la politica, oggi completamente avulso dall’amore di patria e da quello spirito del servire nel fedele adempimento dei doveri civici che deve animare la attività pubblica. C’è un distacco culturale e  valoriale che va’ assolutamente  colmato e trasmesso soprattutto ai più giovani, quale precondizione per affrontare un reale cambiamento.  E’ importante  ricreare l’interesse nei cittadini per un controllo sociale dell’azione politica previsto dalla costituzione e per il proprio territorio, per “conoscerne la storicità attraverso una sua corretta lettura”, riappropriandosi dei costumi e delle  tradizioni di ogni comunità, creando le premesse e le condizioni affinché i cattolici si sentano obbligati a promuovere la crescita del paese ed a far valere il peso dello loro opinione in maniera tale che il potere civile venga esercitato secondo giustizia e le leggi corrispondano ai precetti morali ed al bene comune. Bisogna insomma poter offrire al cittadino attraverso la scuola, l’università, gli intellettuali, il mondo della cultura, delle professioni e dei partiti, i meccanismi di  mobilità sociale, che lo stesso Governo Monti potrebbe utilmente promuovere legislativamente.  Pensando in particolare al riassetto degli ambiti provinciali e considerando l’aumento della forbice nel ritardo dello sviluppo  fra alcune aree del paese, divenuto improcrastinabile e ormai colpevole nel contesto della nuova politica europea. Insomma  se il cristiano è chiamato a riconoscere il segno dei tempi, “senza paura”, deve essere egli stesso capace di essere un segno.  Lievito e sale, per diventare protagonista del tempo presente e il costruttore di  una nuova realtà:  “pur senza farsi illusioni, dicendo “pane al pane e vino al vino”, cercando sempre di fare una lettura profetica degli avvenimenti che si trova a vivere  e di realizzare tutto quello che è buono, bello, giusto, vero , onesto…da qualunque parte venga.”*Perché,al di là del malcostume e dispregio di chi  fin qui la esercita e dirige:  “la politica è una maniera esigente, benché non  l’unica, di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri”*, per cui vale la pena scoprirla e dare un contributo per liberarla dalla corruzione e dal degrado, nella consapevolezza che servire le comunità nelle quali si vive non solo crea interesse e speranza, ma  esorta a credere profondamente in un  cambiamento oggi non più rinviabile.

 *Conc.Vat.II. Apostolicam  actuositatem n.14, Priore P.Fiorenzo Fiorani,”Il Tempo del Cristiano”Omelia dic.2011,  Paolo VI ,Octogesima adveniens ,n.46.


Vedi: http://ubaldogerovasi.blogspot.com/2012/01/aiutiamo-la-politica.html?spref=bl



lunedì 13 agosto 2012

TABACCIPERLITALIA

Chi legge questo blog e seguiva negli anni scorsi quello della Rosaperlasardegna.org,  forse prova soddisfazione per la decisione dell’On. Tabacci di voler concorrere in prima persona al cambiamento della politica del nostro Paese. Molti che in passato hanno criticato alcune indecisioni che ne hanno  orientato e condizionato le scelte saranno rimasti sorpresi o perplessi per questa candidatura alle primarie di coalizione. Per chi ha seguito la Rosa Bianca fin da Montecatini con lo spirito di  innovare   la buona politica ed incidere anche sulle prospettive dell’area cattolico popolare e democratica, che si era dimostrata un po’ stretta negli schemi del Partito Democratico,  questa decisione, anche alla luce dell’esperienza del Comune di Milano,  sembrerà per certi versi liberatoria. Personalmente  l’apprezzo molto. E’ portatrice di una spinta al cambiamento, matura del rigore morale e intellettuale necessario per portare nella politica e nelle istituzioni un nuovo stile al servizio del bene comune.  Nasce, come Tabacci  stesso  afferma, sulla moderazione, sull’equilibrio e sul senso di responsabilità che potrebbe  rianimare tutte quelle aggregazioni  spontanee, sane ed appassionate che da tempo credono fermamente in una nuova forza al “centro” del panorama politico. Un punto di incontro fra le esperienze presenti nel mondo cattolico ed in quello laico che sentono doveroso  e urgente contribuire  sul  terreno della concretezza istituzionale,  a realizzare una forza rispettosa dei valori etici e morali che con il consenso popolare concorra  ad un futuro Governo possibile. Questa forza politica, come precisato da Tabacci, và oltre l’API e si colloca  verso sinistra fra il PD e SEL, all’interno del Partito Democratico Europeo, per contribuire a costruire un Governo di qualità, al di fuori dalle politiche della finanza, che prosegua sulla scia e nello stile dell’Agenda Monti, in cui dovere della politica è quello di orientare le scelte dei cittadini e non di inseguirne gli umori. Per la prima volta si  fa un po’ di chiarezza  sulle primarie e si capisce che l’”occasione” serve per avere un senso politico ed ottenere  delle indicazioni di volontà della maggioranza  potenziale per assumere la guida del Governo del paese, nel rispetto e secondo le regole della Costituzione. Il contenuto della Conferenza Stampa comunque merita attenzione e  proponiamo l’ascolto integrale (guarda il video).

giovedì 26 luglio 2012

FANNO I CONTI SENZA L’OSTE



Ci scusiamo con i nostri amici e con i quattro lettori che ci seguono, per la lunga e apparente distrazione dalle cose correnti. La “grande finanza” e le agenzie di rating ci hanno resi succubi dello spread e dello spauracchio della fine dell’euro. L’andamento della borsa  ormai alimenta  l’incubo quotidiano dell’uomo della strada che vive con terrore  l’erosione dei pochi spiccioli  riposti a tutela dell’incerto futuro. Nel frattempo i partiti navigano a vista nel qualunquismo di maniera, immersi in sinistri pensieri e mormorazioni di bottega, alla ricerca di generiche e spericolate ipotesi di rigenerazione, all’insegna del più furbo vince con o senza preferenze. In effetti dalle notizie apparse sui media più accreditati sembra che ognuno cerchi una sua quadra: Casini ha fatto un giro per l’Italia per “contattare” la società civile, la lega ha cambiato Segretario e diventa lo spazzacamino dei municipi padani; Fini ha scoperto che con mille persone per bene da mettere nelle liste si potrebbe  ottenere un buon risultato; Bersani che non ha vinto ma ha perso di meno, farà le primarie come vuole lui, si smarca di Renzi all’attacco, lascia la Bindi in difesa, spinge Vendola sull’ala e  Fassina  resta libero; i quindici intellettuali del PD, nel dubbio di candidatura certa, sono schizzati in avanti lungo una ossequiosa  linea programmatica di legislatura incondizionata al Prof. Monti; il PDL tiene libero Alfano, si dimena scomposto in attesa del geniale egocentrismo del Cavaliere orientato sul colle, mentre per via interna i seniores sono convinti che il meglio dell’esperienza politica sia salva soltanto con la partecipazione, insieme ad altri e in condizioni di pari dignità, ad un nuovo movimento liberaldemocratico, laico e cattolico.
C’è veramente di che riflettere! sembra proprio che tutti i rappresentati dei partiti attualmente in Parlamento, la tanto vituperata casta, stiano veramente pensando di rifare le regole: fare una buona legge elettorale, ridare agli lettori l’uso delle preferenze, rivedere gli emolumenti ed i rimborsi elettorali, insomma riorganizzare i partiti per evitare, come giustamente indicato dal presidente Napoliano, di dare fiato al populismo e all’antipolitica.

lunedì 11 giugno 2012

DAL CORRIERE DELLA DOMENICA


Molto stimolante ed riflessiva  la prima pagina del Corriere, sia nel fondo del direttore De Bortoli che nella rubrica di Aldo Grasso.  L’apprezzamento alle scelte del Governo sulle nomine e l’ennesima toppata dei partiti sulle Autority, non fanno che confermare il loro stato di crisi e l’incapacità assoluta di approfittare di una occasione ghiotta come questa  per avviare un percorso virtuoso da cui ripartire per recuperare il consenso popolare. La paura fa novanta e tutti i parlamentari esodandi, prima di cadere nell’anonimato, lucidano i distintivi e si affidano ai capi amici per catturare un posto al sole. Il Prof. Monti con una mossa magistrale degna dei prossimi futuri strali, ha  messo a segno le nomine della Rai, per sedare i mugugni dell’antipolitica e acquietare gli insulti di partigianeria e per distogliere l’attenzione del cittadino, affranto dal quotidiano, dalla pagliacciata dei curricula; ma alla casta non c’è limite! La Sardegna, che oggi và al voto, esulta; comunque  vengano ridisegnate le circoscrizioni, ha già  messo in sicurezza un posto per le prossime candidature. E già può vantare la nomina di un  ambito incarico alla presidenza della Autority  della privacy, “riservatissimo” e utilissimo   per le sorti e per lo sviluppo delle suggestive  aree interne dell’isola da cui provengono proprio i consensi dell’On. Antonello Soro.  Come ha  ben osservato Ferruccio De Bortoli  rimane il rimpianto per una “classe dirigente responsabile, preoccupata anche dell’interesse generale, come quella che nel Dopoguerra rese possibile il miracolo economico”;

martedì 5 giugno 2012

SOSTENERE IL GOVERNO MONTI


Insomma siamo arrivati al punto. Bisogna ricostruire una offerta politica credibile e di lunga prospettiva che riavvicini i cittadini alle istituzioni. I partiti tradizionali non riescono a rinnovarsi e inventano panzane per restare a galla, anziché esprimersi in maniera corretta e decisa sulle incompatibilità e  rimborso elettorale. La grande astensione e la paura grillina non sono stati sufficienti. Pensano agli incarichi compensativi locali e alle liste civiche per riciclarsi gabbando gli ingenui reclutati quà e là. Casini inventa un bel giro per l’Italia per sentire la società civile. Ma non c’è tanto da sentire, quello che c’era da dire il cittadino lo ha fatto capire alla ultime elezioni amministrative. Ora si tratta di prendere atto che non si possono più riciclare i  soliti noti e i vecchi professionisti delle caste  sindacal-partitiche. Se si vuole veramente rifondare un partito bisogna espellere i gravami  e coinvolgere la società civile chiamando persone di buona volontà e ”lavorare a una offerta politica nuova, costruita sul rigore, sull’etica, sulla moralità” come ha suggerito Bruno Tabacci. Su questo stesso Blog, al tempo della Rosa Bianca, avevo suggerito di richiedere agli aderenti, nella creazione  libera dei Comitati, di predisporre una  sorta di “curriculum-scheda” dal quale poter enucleare professionalità e  disponibilità utili all’agire politico, finalizzati al bene comune. Oggi  una simile iniziativa potrebbe essere realizzata da quei partiti che si vogliono veramente rifondare anche  con il concorso della rete, in Presidi territoriali di formazione etico-politica e di sviluppo, che lo stesso Governo Monti potrebbe favorire, nell’ambito di un progetto istituzionale rivolto alla conoscenza e diffusione dell’Europa comunitaria, partendo dal Comune.  Così come lo aveva sognato Sturzo, la vera base della vita civile, libero dalle ingerenze dello Stato, non ente burocratizzato con funzioni delegate, ma padrone e gestore delle proprie attività economiche, a cominciare dai servizi pubblici, autentica espressione di governo amministrativo locale.  Il cittadino di qualunque età può partecipare per arricchire le conoscenze amministrative e politico-isitituzionali, apprezzare l’offerta politica dei diversi partiti,  scegliere il  proprio impegno e quindi decidere di offrire un servizio a favore della propria comunità in maniera consapevole. I partiti si debbono spogliare delle incrostazioni e degli orpelli amicali di sostentamento, azzerare  gli incarichi  e/o gettoni, comitati, commissioni a libro paga, e rinnovare  ogni cosa democraticamente,  in base al merito e alle professionalità.

venerdì 4 maggio 2012

VOTARE ALLE AMMINISTRATIVE



Non bisogna lasciare la scheda bianca, ma barrare o segnare una X.  In assenza di preferenza, per rinnovare i partiti sarebbe utile esprimere  UN VOTO DI RAGIONATA ASTENSIONE che dalla scheda elettorale faccia rinascere la Buona Politica di questo paese.

sabato 28 aprile 2012

FINALMENTE SI SCOPRE IL GIOCO


“ Come dire: intanto ripigliamo in mano il gioco alle nostre condizioni, poi eventualmente penseremo a convincere l'ostaggio necessario a tenere buono il popolo”.

Condivisibile questa conclusione e l’analisi di Ernesto Galli della Loggia :Nuovi Scenari Antichi Riflessi sul Corriere di venerdì 27 aprile. Sono tesi che nel nostro blog abbiamo esposte nell’ultimo post  IL NUOVO CENTRO, che rappresentano il punto cruciale  del dramma politico vissuto dalla partitocrazia italiana.
 Il Presidente Napolitano difende giustamente l’indifendibile ma  a questo punto  sembra molto più opportuno non fare solo bottega ma favorire iniziative che concretamente servano a riportare fiducia e serenità nel mondo politico. Certamente non  servono le strumentalizzazioni  né i falsi oppositori, o le furbate referendarie dell’ultima ora, và favorita la reale partecipazione della società civile. Chi veramente vuole la prosecuzione e l’efficacia del Governo Monti deve avviare nel paese un serio confronto democratico sulle cose da fare  e rigenerare i partiti eliminando le persone-partito,  i padri-padroni, le caste, il malcostume, il malaffare e aprendo ai cittadini, ai giovani e a quanti veramente vogliono partecipare alla buona politica e al bene comune.

sabato 21 aprile 2012

IL NUOVO CENTRO

Il nuovo carro di Casini parte. Salite gente! Salite! … la casta  si riposiziona alla ricerca della continuità. Comincia un nuovo giro, il mazziere mescola le carte….. tanto il gioco è sempre lo stesso.
Ma è così che si rinnova la politica e si evita l'indifferenza e lo  sdegno sociale? Ricominciare  significa innovare nei metodi e negli uomini, spazzare via chi ha inquinato la vita democratica e l'attività pubblica, recidere gli interessi lobbistici  e localisti e chiamare la società civile al servizio della collettività e del bene comune. Senza moralizzazione e controllo democratico si  rischia il populismo e l'astensione.
Il Governo non và sorretto per scopi di parte e la fiducia in Parlamento non si può esprimere nella convenienza dei diversi interessi; và supportato il disegno complessivo dell'azione politica. La ricostruzione  e/o rilancio dei partiti non può passare nell'agogna mediatica della convenienza delle  azioni di Governo; chi ostacola il raggiungimento degli obiettivi e degli interessi nazionali và identificato nel  corretto confronto democratico, esposto alle proprie responsabilità e lasciato solo nell'esercizio dei propri interessi in conflitto.  Sarà la maturità sociale  a dover disitinguere le diverse posizioni ed operare  le scelte più opportune, utilizzando quegli strumenti  messi a disposizione del cittadino dalla nostra Costituzione.

Leggere http://ubaldogerovasi.blogspot.it/2011/11/credibilita.html

mercoledì 18 aprile 2012

COSTRUIAMO ALLORA QUESTA NUOVA OFFERTA POLITICA !

E' strano che a distanza di oltre due anni dalla stesura del documento proposto dai Coraggiosi per il Cambiamento ed il Buongoverno, che oggi più di allora interpreta il bisogno di rinnovamento della politica,i firmatari non abbiano ancora intrapreso delle iniziative concrete per venire incontro alla riforma del sistema e alla rifondazione e/o alla moralizzazione dei partiti. Un tarlo di personalismo individualistico corrode a tal punto il personale politico da limitare anche le più sensate intuizioni e le migliori intenzioni? Il Presidente Napolitano saggiamente esorta a non gettar via il bambino con l'acqua sporca, ma se la società civile non provvede a rendere tagibile l'immancabilità del cambiamento, la ricerca di un "Zaccagnini" diventa solo un diversivo per proseguire nella continuità. La casta và annientata sul campo, non  servono le dimostrazioni epurative  della Lega che accontentano le smanie padane, è necessaria una risposta popolare che estirpi la malapianta con il voto.
Un voto di ragionata astensione che dalla scheda elettorale faccia rinascere la Buona Politica di questo paese.

domenica 15 aprile 2012

PRIMA DI FARE NUOVE PROPOSTE

 Mi sembra utile rileggere ora questo documento pubblicato il 29 ottobre 2009


Cambiamento e Buongoverno (I coraggiosi)
L’Italia vive una stagione difficile. La crisi è superabile e non è impossibile unire la maggioranza degli italiani intorno alle decisioni che portino il Paese sulla strada giusta.

Ma la politica non ce la fa. La politica non è tutto: una società aperta, un’economia dinamica, istituzioni sane possono vivere anche quando la politica è in crisi. In Italia siamo nel mezzo di una Guerra dei Quindici Anni che si ostina a non finire; che, anzi, continua a radicalizzarsi e sta sfibrando le istituzioni, l’economia, il tessuto sociale. Senza la capacità della politica di guidare, mediare, unire, non saranno sufficienti l’impegno, gli sforzi, i sacrifici degli italiani che intraprendono, difendono la dignità del loro lavoro, tengono duro.

Occorre dire una verità: le due attuali parti contrapposte non ce la fanno. La destra ha un capo indiscusso (con un potere mediatico, economico e finanziario senza precedenti), una larga maggioranza in Parlamento, significativi consensi popolari; eppure, non riesce a realizzare le decisioni e le riforme necessarie. L’opposizione imperniata sul PD non ha un’originale cultura politica e non propone un’alternativa credibile. La risposta per il Paese non può venire dal populismo di destra, che è uno dei maggiori pericoli per le nostre società, in special modo nelle sue componenti xenofobe; né da una sinistra socialdemocratica, un’esperienza che ha un valore storico, ormai esaurito.

Occorre tirare le conseguenze da questa verità, se vogliamo realizzare una moderna democrazia dell’alternanza. Impegnarsi per non accrescere l’asprezza del conflitto: la maggioranza degli italiani non condivide che esso degeneri in disprezzo, confusione e inconcludenza. Ma non basta.

Occorre costruire una nuova offerta politica: c’è un largo spazio di opinione insoddisfatta e di potenziali consensi per chi sappia rappresentare in modo credibile l’interesse generale e organizzare le nuove opportunità del futuro. A questa larga parte dell’Italia va proposto un serio progetto politico democratico, liberale, popolare, di cambiamento e buongoverno.

Massimo Cacciari Giuliano da Empoli Lorenzo Dellai Linda Lanzillotta Vilma Mazzocco Roberto Mazzotta Andrea Mondello Francesco Rutelli Bruno Tabacci Elvio Ubaldi Giuseppe Vita

sabato 3 marzo 2012

IL BARICENTRO POLITICO ITALIANO

Tabacci  và oltre il terzo polo: questa  pare proprio la  più interessante novità di questi ultimi giorni nello stagnante panorama politico.
L’On. Bruno Tabacci, assessore esterno della Giunta Pisapia  del  Comune di Milano, riesce in un sol colpo a sganciarsi dall’equivoco Casini, dal borbottante Pezzotta e a dare un segnale forte all’API, che con Rutelli non  và da nessuna parte. Finalmente! era ora di abbandonare queste vetuste congerie e pensare con celerità a realizzare un nuovo “Baricentro della politica”  che gli italiani da tanto aspettano per il  rinnovamento del nostro paese e liberare la res pubblica dal castismo, lobbismo e carrierismo che hanno dissolto i partiti nazionali.
 La mossa è essenziale ed è  auspicabile che miri oltre il terzo polo.  Sarebbe folle continuare con le manovre che gli attuali partiti stanno conducendo nei congressi, nelle primarie e finte assemblee; scaramucce per fare iscrizioni di giovani bisognosi  e meno giovani speranzosi, per riposizionare  e riciclare sotto mentite spoglie i soliti noti ( vedi il post: Mediazioni e Consensi), e’ il vezzo del solito mazzo di carte che gira.
Bene hanno fatto a chiamare Prodi  per portare idee per Expo 2015, è il tempo di cercare  suggerimenti alti   per  realizzare al meglio tutto quanto può creare crescita e generare sviluppo. Tutte le Amministrazioni locali  dovrebbero imitarne l’esempio e provocare il concorso e la partecipazione della società civile, del mondo della cultura e delle professioni verso lo studio dei bisogni e lo sviluppo delle diverse realtà economiche.
Creare dei grandi serbatoi pensanti:  di persone per bene, manager  pubblici, imprenditori, tecnici delle diverse professioni, onesti artigiani, uomini politici, amministratori esperti, commercianti,  docenti, magistrati e  filosofi,  a disposizione dei sindaci per andare oltre il quotidiano, verso nuovi programmi e progetti,  per esaltare storia, economia, tradizioni, arte, cultura e generare nuove vie di  lavoro e di crescita.
Un baricentro politico di  uomini e donne, innamorate del proprio vissuto che rappresentano le vere identità locali, che vanno unite per generare il rinnovamento della politica e delle istituzioni, anche  secondo principi di sussidiarietà  che poi consentono alle istituzioni  di perseguire l’interesse generale insieme con i cittadini singoli  e associati, per creare, secondo il dettato costituzionale, quelle condizioni affinché  ciascuno possa realizzare se stesso ed esaltare  le proprie capacità  rivolte al bene comune. Pensiamoci e cerchiamo di dare a uomini come l’amico Tabacci  idee forti per  realizzare il Baricentro della Politica Italiana, oltre il terzo polo. 

lunedì 30 gennaio 2012

È TUTTO TREMENDAMENTE POLITICO!

I miei lettori non hanno risposto all’invito di dare una mano ai partiti per  migliorare la politica ed emarginare le caste. Forse hanno  ragione coloro che sostengono che la cultura, la piccola e media borghesia, gli  intellettuali guardano la politica dall’alto e  lasciano fare, per trincerarsi poi nell’astensione al momento del voto. 
E’ comprensibile che i partiti  attualmente in pista  abbiano generato del disgusto e d'altronde, il Governo Monti giorno dopo giorno  in questi due mesi, inconsapevolmente ha logorato questi  serbatoi lobbistico clientelari ad  immagine unipersonale. Ma questo è il meno che potesse capitare dopo anni di insulse diatribe, affari, clientele e strumentali contrapposizioni! L’attuale governo è stato chiamato ad una  repentina operazione di salvataggio del Paese ormai giunto ad un passo del fallimento nel quale le  irresponsabili campagne mediatiche e i conflitti di interesse lo avevano cacciato. Il sussulto illuminato del Presidente Napolitano ha  virato con destrezza il timone  di una barca  avviata a sicuro naufragio, ma nonostante lo  scampato pericolo le ciurme partitocratiche e sindacali,  apparentemente compatte, cercano ancora  di  imperversare cavalcando interessi particolari e proteste che, seppur legittime,  agli occhi del mondo diventano inutili. Destano sconforto e ilarità gli esponenti dei partiti  e delle parti sociali nei dibattiti televisivi nel confronto con i ministri tecnici; cercano di assumere mansueti atteggiamenti dottorali per suggerire o proporre  aggiustamenti alle  varie misure delle manovre nell’auspicio di trattenere consensi  che non ci sono più. Ciò che resta a questi partiti sono le intenzioni di voto sulle quali si dilettano i media, mentre i nuovi alleati o quelli  all’opposizione, imperterriti continuano nelle vecchie solfe e con gli stessi metodi a riposizionare nelle periferie alla testa dei  giovani e nuovi iscritti  raccogliticci, i rappresentanti delle caste locali, con buona pace del rinnovamento  e dell’impegno civile diffuso e disinteressato.
La politica è “arte di governo” e in questi ultimi due mesi  sia il Presidente della Repubblica che il Governo Monti stanno affrontando la più ardita e stringente azione politica  che abbia  mai impegnato il Parlamento negli ultimi decenni. Non bisogna  confondere le liberalizzazioni, la riforma del mercato del lavoro, la finanza, l’economia, lo sviluppo  e gli equilibri europei e internazionali come azioni tecniche  del Governo tecnico! Come ha sostenuto l’On. Tabacci  nelle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia sul decreto cosiddetto Milleproroghe: “Non vi è nulla di tecnico in tutto questo, è tutto tremendamente politico, anche se la recita a soggetto ci impedisce di chiamare le cose con il loro nome. Ma questa svolta è senza alternative, conviene percorrerla con dignitosa coerenza nell'interesse del Paese”.
Allora, è proprio il caso che la società civile resti in disparte?  Forse i più illuminati e lo stesso Governo Monti potrebbero incentivare nell’interesse generale nuove forme di partecipazione e di confronto, per rendere più alta la politica a servizio del bene comune  e del Paese.

domenica 22 gennaio 2012

AIUTIAMO LA POLITICA ?

Cari lettori ed  amici che seguono il blog. Da più parti sta maturando la consapevolezza che la crisi della politica, resa  più evidente con l’avvento del Governo Monti, sia parallela ad una più generale crisi dei partiti, dei sindacati e delle istituzioni e sia connessa  e discenda da un diffuso egoismo delle classi  borghesi e  professionali, unito al disinteresse degli intellettuali e al distacco degli uomini di cultura. Non vè dubbio che il compito di governare l’attuale passaggio istituzionale sia  particolarmente gravoso per l’esecutivo del Prof. Monti, non solo per le difficoltà legate ai  problemi di finanza internazionale e di  governo delle  nuove prospettive degli equilibri europei, ma in sede nazionale  per lo scatenarsi degli interessi socio economici particolaristici che i  decreti sulle liberalizzazioni possono determinare. Ne sono un esempio i tassisti, i farmacisti e così a seguire, che  corrispondono  ad altrettante istanze clientelari presenti nei diversi partiti, pronti ad acconsentire o meno  con il voto parlamentare alla corrispondenza degli egoismi rappresentati. I partiti a ben vedere dovrebbero approfittare di questo governo per manifestare la volontà di servire la nazione, non per tutelare gli interessi di parte come per il passato, ma smettere di litigare, interpretare le reali esigenze sociali e coadiuvare con saggezza  ed equità alla ricerca di quelle soluzioni di sviluppo e di crescita necessarie al paese. E se del caso integrarle con una azione di supporto ragionato alle misure  approntate dal governo, per rivalutare il ruolo dei partiti e delle parti sociali, che con i fatti dimostrino di abbandonare caste ed  egoismi particolari  per  favorire il cambiamento, il lavoro, la crescita  e la speranza nel bene comune. In questa direzione il cittadino responsabile non può restare assente, non si  può abbandonare  il destino dei giovani  all’ inettitudine dell’attuale classe  politica ed alla deriva del disinteresse e dell’astensionismo,  sarebbe auspicabile un apporto nuovo e concreto da parte della società civile e di quanti fino ad ora in buona fede hanno riposto la propria fiducia nei partiti e nelle istituzioni; un sussulto di orgoglio e l’impegno per contribuire concretamente alle attuali difficoltà del paese ed al suo necessario rinnovamento, che le attuali forze politiche da sole non sono certamente in grado di realizzare. Come già anticipato in uno dei post precedenti  si potrebbe pensare  ad un “Osservatorio di politica, amministrazione e sviluppo”. Un luogo di incontro culturale  dove i cittadini  che desiderano partecipare alla vita del proprio   paese  e   contribuire alla scelte  necessarie  per favorirne la crescita e lo sviluppo,  affrontano, dibattono e studiano, i temi e le problematiche dell’Alta Politica e della Buona Amministrazione. Attraverso il dialogo ed il confronto, in un sereno clima di consapevole responsabilità e spirito costruttivo,  con l’Osservatorio si propone l’obiettivo di far crescere nei cittadini, uomini e donne, ma soprattutto nelle nuove  generazioni, la cultura dei valori etici  e del bene comune per la partecipazione ad una  azione della politica basata sui  principi di libertà, solidarietà, democrazia, laicità e giustizia, rispetto e salvaguardia dei valori della dignità umana, della vita e della famiglia. Le  attività  culturali e  formative dell’Osservatorio, si  potrebbero snodare attraverso  indirizzi e  moduli : “dei valori”, “dell’etica”, “ delle responsabilità” e “ dello sviluppo” ed i processi di informazione e formazione potranno essere affidati a tutte quelle professionalità ( insegnanti, liberi professionisti, docenti, scienziati, teologi, tecnici, imprenditori e artigiani)  presenti nel nostro tessuto  sociale che condividendo lo spirito delle diverse iniziative  culturali, politiche e sociali, per chiamata,  aderiscono all’Osservatorio  per offrire  il loro portato di conoscenze, esperienze e professionalità.
I lettori e gli amici che condividono questa proposta e intendono partecipare e/o dare il loro contributo, sono invitati a scrivere un commento e contattarmi attraverso il blog.