martedì 28 agosto 2012

… su CENTRO e dei CATTOLICI


Anche se questo blog ha le carte in regola per vantare una primogenitura su quella che viene oggi invocata per la nascita di una grande formazione popolare, necessitata dal fallimento dei populismi di destra e di sinistra della Seconda Repubblica, l’occasione per contribuire al dibattito ed alla  sua elaborazione, è ghiotta e di grande utilità.
Va’ perciò apprezzato sia il documento “originale” che la lettera  dei promotori, pubblicata e più volte ripresa sul Corriere della Sera, alla quale in particolare vogliamo fare riferimento, partendo dall’assunto della comprensibile esigenza che da “subito occorre lavorare ad un programma credibile nel quale si incrociano quelle reti territoriali di volontari e associati, provenienti dalla società civile”.  
Prescindendo dal programma, che in questa fase non può che essere uno stereotipo ad usum delfini   che riesuma le lacune dei passati  governi  ed assume l’operatività dell’Agenda Monti, e annotando  gli interessati richiami ai valori degasperiani riecheggianti nell’ultima settimana, ciò che più interessa è l’intenzione propositiva dei promotori sulla “la necessità di riattivare meccanismi di mobilità sociale…per includere quei milioni di donne e di uomini  e giovani esclusi dalla vita economica”….e non  reclutando due o tre  personalità della società civile…ma per cambiare in profondità, in primo luogo sul territorio e poi nella rappresentanza politica”.
Abbiamo valuto trascrivere  quasi per intero questi concetti fondativi perché da essi si generano  ed innescano  le maggiori frizioni e paure  presenti all’interno degli attuali partiti. In forza della partecipazione delle forze  sociali, per una ricercata presenza di rappresentanze della società civile,  nonché per l’allargamento ed il coinvolgimento dei cattolici nella vita  politica. Sui sindacati, in languore di visibilità e alla ricerca di un qualunque  patto sociale, che nonostante il dibattito ed il confronto dei dati sulla laboriosità e produttività con gli altri lavoratori europei, continuano imperterriti a blaterare in cerca di protagonismo, abbiamo già detto nel   post  precedente; emerge quindi la grande questione della partecipazione dei cattolici e delle varie aggregazioni nel nuovo millennio.
Laici e cattolici, volontariato, cose bianche, cose rosa, partito  dei cattolici, richiami della CEI,  richiami del Papa, richiami dei Vescovi, congresso di CL, unioni di fatto,  Dico,  matrimoni gay e così via! Certamente non è questo il tempo di  Partito dei Cattolici! né di rinascita della vecchia DC, né per continuare a praticare l’incompresa carità cristiana, o il mormorio di quei cattolici che sapendo di essere già posizionati nelle future liste elettorali, fanno melina evocando la dottrina sociale della chiesa.  La questione oggi va’ affrontata con serietà e carisma politico e soprattutto all’interno di un rigoroso percorso di principi e valori. “L’ispirazione cristiana, recita un documento del Concilio Vaticano II, richiede  che l’attività politica sia vissuta non come ricerca dei propri interessi, ma come servizio della comunità civile e come esercizio di carità, e quindi con profondo senso di responsabilità, con dedizione , sacrificio personale e soprattutto con profonda onestà”*. 
Non è quindi corretto prescindere da una attenta valutazione dell’attuale rapporto con la politica, oggi completamente avulso dall’amore di patria e da quello spirito del servire nel fedele adempimento dei doveri civici che deve animare la attività pubblica. C’è un distacco culturale e  valoriale che va’ assolutamente  colmato e trasmesso soprattutto ai più giovani, quale precondizione per affrontare un reale cambiamento.  E’ importante  ricreare l’interesse nei cittadini per un controllo sociale dell’azione politica previsto dalla costituzione e per il proprio territorio, per “conoscerne la storicità attraverso una sua corretta lettura”, riappropriandosi dei costumi e delle  tradizioni di ogni comunità, creando le premesse e le condizioni affinché i cattolici si sentano obbligati a promuovere la crescita del paese ed a far valere il peso dello loro opinione in maniera tale che il potere civile venga esercitato secondo giustizia e le leggi corrispondano ai precetti morali ed al bene comune. Bisogna insomma poter offrire al cittadino attraverso la scuola, l’università, gli intellettuali, il mondo della cultura, delle professioni e dei partiti, i meccanismi di  mobilità sociale, che lo stesso Governo Monti potrebbe utilmente promuovere legislativamente.  Pensando in particolare al riassetto degli ambiti provinciali e considerando l’aumento della forbice nel ritardo dello sviluppo  fra alcune aree del paese, divenuto improcrastinabile e ormai colpevole nel contesto della nuova politica europea. Insomma  se il cristiano è chiamato a riconoscere il segno dei tempi, “senza paura”, deve essere egli stesso capace di essere un segno.  Lievito e sale, per diventare protagonista del tempo presente e il costruttore di  una nuova realtà:  “pur senza farsi illusioni, dicendo “pane al pane e vino al vino”, cercando sempre di fare una lettura profetica degli avvenimenti che si trova a vivere  e di realizzare tutto quello che è buono, bello, giusto, vero , onesto…da qualunque parte venga.”*Perché,al di là del malcostume e dispregio di chi  fin qui la esercita e dirige:  “la politica è una maniera esigente, benché non  l’unica, di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri”*, per cui vale la pena scoprirla e dare un contributo per liberarla dalla corruzione e dal degrado, nella consapevolezza che servire le comunità nelle quali si vive non solo crea interesse e speranza, ma  esorta a credere profondamente in un  cambiamento oggi non più rinviabile.

 *Conc.Vat.II. Apostolicam  actuositatem n.14, Priore P.Fiorenzo Fiorani,”Il Tempo del Cristiano”Omelia dic.2011,  Paolo VI ,Octogesima adveniens ,n.46.


Vedi: http://ubaldogerovasi.blogspot.com/2012/01/aiutiamo-la-politica.html?spref=bl



lunedì 13 agosto 2012

TABACCIPERLITALIA

Chi legge questo blog e seguiva negli anni scorsi quello della Rosaperlasardegna.org,  forse prova soddisfazione per la decisione dell’On. Tabacci di voler concorrere in prima persona al cambiamento della politica del nostro Paese. Molti che in passato hanno criticato alcune indecisioni che ne hanno  orientato e condizionato le scelte saranno rimasti sorpresi o perplessi per questa candidatura alle primarie di coalizione. Per chi ha seguito la Rosa Bianca fin da Montecatini con lo spirito di  innovare   la buona politica ed incidere anche sulle prospettive dell’area cattolico popolare e democratica, che si era dimostrata un po’ stretta negli schemi del Partito Democratico,  questa decisione, anche alla luce dell’esperienza del Comune di Milano,  sembrerà per certi versi liberatoria. Personalmente  l’apprezzo molto. E’ portatrice di una spinta al cambiamento, matura del rigore morale e intellettuale necessario per portare nella politica e nelle istituzioni un nuovo stile al servizio del bene comune.  Nasce, come Tabacci  stesso  afferma, sulla moderazione, sull’equilibrio e sul senso di responsabilità che potrebbe  rianimare tutte quelle aggregazioni  spontanee, sane ed appassionate che da tempo credono fermamente in una nuova forza al “centro” del panorama politico. Un punto di incontro fra le esperienze presenti nel mondo cattolico ed in quello laico che sentono doveroso  e urgente contribuire  sul  terreno della concretezza istituzionale,  a realizzare una forza rispettosa dei valori etici e morali che con il consenso popolare concorra  ad un futuro Governo possibile. Questa forza politica, come precisato da Tabacci, và oltre l’API e si colloca  verso sinistra fra il PD e SEL, all’interno del Partito Democratico Europeo, per contribuire a costruire un Governo di qualità, al di fuori dalle politiche della finanza, che prosegua sulla scia e nello stile dell’Agenda Monti, in cui dovere della politica è quello di orientare le scelte dei cittadini e non di inseguirne gli umori. Per la prima volta si  fa un po’ di chiarezza  sulle primarie e si capisce che l’”occasione” serve per avere un senso politico ed ottenere  delle indicazioni di volontà della maggioranza  potenziale per assumere la guida del Governo del paese, nel rispetto e secondo le regole della Costituzione. Il contenuto della Conferenza Stampa comunque merita attenzione e  proponiamo l’ascolto integrale (guarda il video).