mercoledì 12 settembre 2012

E VENDOLA VA’ AL REFERENDUM!


Abbiamo ricevuto la ultima nota di “ Fermiamo il declino!  Dei tre eventi osservati che  hanno catalizzato l'attenzione politica dei media (Renzi, Agenda Monti e UDC) riportiamo quella conclusiva  riferita al convegno dell’UDC  di Chianciano, perché la  riteniamo utile al nostro dibattito ed alla attenzione dei nostri lettori:


“Infine, il terzo evento che ha alimentato le cronache politiche è stato il convegno di Chianciano, dell'Udc di Pierferdinando Casini. L'intervento di Emma Marcegaglia ha fatto scrivere a molti che la Lista Italia di Casini sarebbe a questo punto già l'inveramento della nuova offerta politica per le prossime lezioni. Noi non la pensiamo affatto così. Abbiamo per questo risposto con un comunicato stampa inequivoco, che qui vi riportiamo:

“A proposito degli accostamenti che sono stati fatti tra l'iniziativa di Fermare il declino e le scelte prese dall'Udc a Chianciano, sottolineiamo che per noi sono dirimenti quattro questioni:

1) Un forte rinnovamento della politica, impegni espliciti nei meccanismi di selezione della classe dirigente, vincoli per i quali non si possa dire una cosa a Roma e una Palermo;
2) Un energico mutamento nella politica economica, con proposte serie per abbattere il debito statale con cessioni pubbliche e retrocedere tagli di spesa in meno imposte a lavoro e impresa, vincolante per noi insieme alle 10 proposte programmatiche che abbiamo presentato;
3) Ridefinire lo Stato, il suo perimetro e le sue mille articolazioni inefficienti, dal socialismo municipale al sottobosco degli enti statali;
4) Cambiare le persone: senza evidenti discontinuità nel ceto politico, non si dà una risposta credibile alla protesta di massa della società italiana.

Su questi quattro punti, l'Udc a Chianciano non ha dato risposte. Continuiamo dunque per la nostra strada. Non c'è molto tempo. Se i partiti credono di affrontare il declino dell'Italia con modesti aggiustamenti, saranno gli elettori a svegliarli”.  

Non abbiamo messo in campo la nostra iniziativa per proporre e tanto meno diventare degli indipendenti sotto il simbolo dello scudocrociato, culla di Cuffaro e Lombardo. Se Marcegaglia, Passera e altri la pensano diversamente, questo riguarda loro. Non noi.

Non è affatto detto che da soli avremo, con così poche settimane davanti a noi e con così pochi mezzi esclusivamente frutto di raccolta spontanea, la forza di convincere gli italiani che il cambiamento profondo di cui siamo convinti cammina credibilmente sulle nostre gambe. Ma questo non significa che devieremo dalla chiarezza dei princìpi e delle proposte che abbiamo avanzato.

Fermiamo il declino!

Michele Boldrin, Sandro Brusco, Alessandro De Nicola, Oscar Giannino, Andrea Moro, Carlo Stagnaro, Luigi Zingales”

Condividiamo le preoccupazioni e il giudizio sul “fritto misto” di Casini  che pretende di innovare lasciando le “sue cose" come stanno.
( vedi il post del 12 aprile 2012 http://ubaldogerovasi.blogspot.it/2012/04/il-nuovo-centro.html).
Per il resto apprezziamo il vostro lavoro con l’invito a  proseguire. L’intenzione di rinnovamento non  sembra molto diverso da quello di Renzi, entrambi  in questo momento incontrano l’attenzione di grande parte degli Italiani, per il resto sono questioni di compatibilità  che ricadono solo sul PD che dovrà vedersela con Vendola.
Sull’Agenda Monti sarei più prudente e attento alla filosofia complessiva ed alle ricadute insite e derivanti dalla sua applicazione nei  differenti termini nazionali ed europei  di crescita e sviluppo. Vorrei solo ricordare a quanti fanno finta di dimenticarlo  che il Prof. Monti è Senatore a Vita dalla nostra Repubblica e che quindi gode di tutte le prerogative scritte nella nostra Costituzione. Non solo Prodi è distratto sul punto, caro Prof. Sartori, anche il Segretario del Pdl Alfano farebbe bene a fare una ripassatina

sabato 8 settembre 2012

CORAGGIO E RINNOVAMENTO



Rileggendo il Vangelo di ieri è ritornato alla mente un editoriale di P. Bartolomeo Sorge S.I., Politica italiana: “vino nuovo in otri nuovi”. Disponibile all'indirizzo: http://www.aggiornamentisociali.it/0803editoriale.html, di cui  si suggerisce la lettura. Rievoca con tratti profetici un momento cruciale della politica italiana del 2008 ed emergono le vicissitudini politiche di allora che per alcuni aspetti oggi si ripropongono. L’esigenza di   rinnovamento dinanzi alle nuove realtà, adeguare i comportamenti di chi esercita il potere alla luce del nuovo che avanza ed aggiornare l’azione politica alle mutate esigenze dell’uomo e della società.
Anche adesso  bisognerebbe assumere una nuova politica e adeguarla al “nuovo che fermenta”, …. aggiungendo qualcosa di buono  e di giusto, che necessita di un cambio radicale di mentalità.
Bisogna disporsi con coraggio al rinnovamento, altrimenti proseguendo con la parabola: "il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti".
Il nostro paese vive in questo momento una grande contraddizione sulla quale bisogna riflettere.  Il Governo Monti con la sua azione ha impresso un radicale cambiamento alla politica italiana conquistando meriti e visibilità per la concretezza delle iniziative e dei risultati. Mario Monti, in concerto con i partner europei, la BCE presieduta da Draghi e  la Commissione da Barroso, forse hanno messo l’Alt ai pericoli dello spread e trovato un primo rimedio  alle possibili difficoltà finanziarie dei singoli stati dell’Unione. Ha avviato quindi importanti riforme, in parte ancora da gestire e si appresta ora ad affrontare la fase più delicata della ripresa produttiva e occupazionale. Insomma nel fare i compiti a casa  ha dimostrato fin qui di averli fatti abbastanza bene.  Ciò che stride purtroppo è lo status in cui versano i partiti mono o pluripersonali e il ruolo delle parti sociali! Come osserva bene sul Corriere di oggi Michele Ainis, i primi, dopo aver assicurato inopinatamente e con arroganza ad alcuni maggiorenti, delicate ambite poltrone disponibili,  chiacchierano e auspicano la spartizione di poltrone e/o candidature in attesa delle elezioni di marzo  “facendo i conti senza l’oste”, mentre i secondi, rimasti al quaderno delle aste, preparano la piazza  in cerca di qualche visibilità, nella speranza che qualcuno nel frattempo pensi al cuneo fiscale o attivi la contrattazione decentrata.http://ubaldogerovasi.blogspot.com/2012/07/fanno-i-conti-senza-loste.html
 La partecipazione del Presidente del Consiglio alla fiera di Bari ci dà per ultimo lo spunto per riprendere con serietà e rigore una delle problematiche essenziali del contesto economico del nostro paese,  da tempo trascurata ma che  nella attuale marginalizzazione diviene pressante e  non rinviabile. Pensiamo alla dicotomia fra le due aree del nostro paese ed al crescente distacco  fra le economie e le culture del nord e del sud dell’Italia. Gabbata dalle forze politiche in campo che ancora guardano il sud come un buon serbatoio di voti e di promesse e il nord, come biglietto da visita per gli investimenti, gli expot e i mercati internazionali. Insomma un sud umile, accogliente e dimesso, proteso alla disperazione e sempre più povero, che si crogiola delle sue intelligenze migliori ricacciate nelle correnti migratorie interne e internazionali e un nord opulento e dinamico che ostenta ricchezza, club esclusivi di management tecnocratici, industrie e sviluppo,  che si agita sui suoi fronti per proteggersi dalle nuove e vecchie infiltrazioni. Non è forse il caso di riaprire la questione meridionale, ma nel nuovo sistema geopolitico europeo  esiste a nostro avviso certamente l’esigenza di porre in equilibrio le diverse macro aree del paese (che richiamano le future aree metropolitane) per realizzare delle  nuove e adeguate compatibilità  fra i diversi ambiti di sviluppo, in modo che non  si  protraggano e acuiscano  negativi conflitti  a rischio di dicotomie e possibili stati di dipendenza che dovrebbero far parte della storia. Dando la prelazione all’elemento culturale, và necessariamente avviata una progettualità  infrastrutturale di compenso speciale, che nel breve periodo ristabilisca recupero territoriale  ed equilibrio economico finanziario. Le sole passerelle rievocative dei cervelli, che ricorda l' informazione  sociale diffusa della prima repubblica, per quanto possano inorgoglirci, non sono sufficienti.