Altre volte abbiamo detto che lo stile non è
acqua, ma cacciare un governo, in nome dell’ambizione personale di un soggetto o
di una corrente di partito, per fare una
repentina sostituzione dei figuranti e
degli attori, che stile è? Quello di non lasciarsi scappare le cinquecento
poltrone di sottogoverno da assegnare? O
lo stilnovo dell'ala sinistra di sparigliare le resistenze centriste e
rottamare i rottamatori?
Ragazzi! Bersani alle primarie non ha cacciato nessuno! Ha cercato di scompaginare i
grillini, ma quello era un altro film. Ciò
che resta in ogni caso è la vittoria della casta; con l’operazione Renzi si consolidano le posizioni in tutti i ranghi
di destra, di sinistra e centro e si allontana anche il pericolo d’uscita dai banchi di Montecitorio per le matricole ultime arrivate.
Questa operazione
gattopardesca di defenestrazione di Enrico Letta, poco gradita a molti
militanti e non, ricorda la decisione dei primi anni novanta di chiudere
l’Agenzia per lo sviluppo del Mezzogiorno che aveva sostituito la vecchia
Cassa. Poche menti attorno ad un tavolo rotondo interrompevano il
processo di sviluppo delle aree meridionali, bloccando l’economia dell’intero mezzogiorno; mentre nelle aree più ricche del
paese correva la ristrutturazione e
riconversione industriale, si fermavano le infrastrutture, il decollo delle
zone industriali, invertendo un
processo appena avviato con le prime iniziative dell’indotto, artigianali e nei
servizi, nonché paralizzando lo sviluppo delle zone agricole, irrigue e non.
Quale fu anche allora il ruolo dei poteri forti, delle lobby e concentrazioni
economiche e finanziarie? Venne proposto da un comitato referendario coordinato dal Prof. Massimo Severo Giannini un referendum tra quelli chiamati " antipartitocratici" per l’abolizione dell’intervento straordinario Fu
convalidato dalla Corte di Cassazione e interrotto poi dalla stessa
Cassazione con un
Decreto delegato del Parlamento che
segnava, con il 15 aprile 1993, la fine
dell’intervento straordinario nel mezzogiorno e l’avvio di un regime transitorio per tutto il
pregresso, con un nuovo sistema di agevolazioni, esteso a tutte le aree
depresse del territorio nazionale. Venivano così trasferite le varie competenze, con le rinnovate le modalità di
intervento ordinario per le aree depresse di tutto il territorio nazionale, alla burocrazia dei diversi Ministeri e le opere alle singole Regioni. Erano i tempi di tangentopoli, di “Roma
ladrona” della Lega di Bossi che assunse la bandiera immeritata ed esteriore
della fine dell’intervento straordinario, voluto in realtà dai partiti di allora( DC e PSDI contrari, favorevoli PLI, PRI, PDS, Radicali e Verdi
e PSI) che trasferirono di fatto i danni sulle classi lavoratrici da loro stessi
rappresentate.
Oggi in Sardegna grande affermazione del PD, un
primo effettino Renzi lo ha avuto nella spinta alla vittoria del Prof.
Francesco Pigliaru, docente di Economia e Prorettore dell’Università di
Cagliari, alla guida della Regione, che avrebbe comunque raggiunto il risultato
per suo merito; per fortuna “l’uomo” con le sue qualità e valori si distingue e
rimane ancora al centro dell’apprezzamento sociale. Una vittoria
importante se si pensa alla prevedibile grande astensione che ha visto un sardo
su due ad esprimere il voto, non tanto
per la scelta del Movimento 5 stelle di abbandonare il campo, quanto per la
miriade di modestissime liste e listerelle che hanno di fatto reso
confusionaria la breve campagna elettorale, povera di reali prospettive e idee
di cambiamento. La casta dunque, esclusa quella vendicativa della destra che ha fatto il flop, in tutta la sua presenza di carrierismo e vetustà riuscirà a connotare il nuovo Consiglio regionale, anche nelle prime previsioni di
Giunta?
Unico dato
significativo paradossale” l’effetto Murgia”; la scrittrice sarda pur avendo ottenuto
un successo personale di tutto rispetto, forse non è stata votata dalle donne, si è disperso
il consenso di genere e il nuovo Consiglio della regione nel 2014 può vantare la
quasi totale esclusione della presenza femminile. Su 60 consiglieri eletti le
rappresentanti del gentil sesso sono modestamente 4, con buona pace della pari opportunità e di quella tanto attesa parità di genere
rivendicata proprio dalle parlamentari del PD.