Nel frattempo fra “ lo Schettino
e la stazza della Michela Murgia” la stampa ed i media impazzano per cercare di spiegare lo sparuto indipendentismo retrogrado e supportare quel residuo di consenso che la
vecchia nomenclatura sta cercando di recuperare, a valle delle indagini che la
magistratura cagliaritana ha avviato in sintonia con gli sprechi e le ruberie degli
amministratori delle diverse regioni
italiane. Certo in questa tornata amministrativa i partiti regionali avrebbero dovuto meditare e far
tesoro della diffusa antipolitica per innovare: lasciando a casa caste, carrierismi, nepotismi e portaborse, dando
segnali tangibili non solo di prospettive
per un nuovo sviluppo e crescita dell’isola, ma di recupero etico, morale e di
servizio al bene comune.
La politica, come dice Papa Francesco, ӏ
una vocazione altissima, oltre che
una delle forme più preziose di carità”,
ma come si sà il pesce puzza dalle teste; se si vuole innovare uno degli oneri
è anche quello di compilare le liste dei candidati! Nel frattempo stà maturando lo spariglio avviato da Renzi
con la legge elettorale, che ha con destrezza contrattato con il
Cavaliere, giustificando il fine con i mezzi, per portare scompiglio nella
parte più retrograda e a sinistra del suo partito con lo strumento basilare per il cambiamento
della vita politica.
Si sono innescati sospetti e incomprensioni nel
partito e con il governo, ma forse è solo il gioco delle parti in pasto alla “cacofonia mediatica”; intanto le forze più piccole si accapigliano
per la sopravvivenza, mentre Letta và all’apertura delle olimpiadi russe e
Renzi, che ha capito il suo ruolo possibile, corre a Cagliari per Pigliaru e arginare la Michela Murgia che cerca di intercettare
l’astensione e le stelle in libertà!
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