E’ auspicabile che il ceto politico che ha lasciato il Parlamento in questo fine legislatura abbia ascoltato con attenzione le dichiarazioni del Presidente Monti e le risposte rilasciate ai giornalisti nella conferenza stampa di fine anno. Sarebbe auspicabile che anche le caste politico sindacali sparse negli anfratti rappresentativi locali del paese abbiano udito. Certo non si può pretendere che qualcuno comprenda ciò che non si vuole intendere! ma una cosa è possibile che tutti la abbiano capita: quanto siano importanti non solo in politica le parole e quanto sia difficile saperle usare, quando si ha l’avventura di ricoprire una responsabilità pubblica. Per averne certezza è sufficiente leggere i commenti politici del giorno dopo e prendere atto della scompostezza, del nervosismo e dello sgomento che la “salita in politica” del Professore sta’ generando.
Per chi usa le poche parole di buon governo, come sembra costume del Prof. Monti, il politichese dei nostri dirigenti e uomini politici rischia di diventare oltre che vacuo e scadente, evanescente e incomprensibile; per cui una parola mal detta, come è capitato all’On.Alfano nei giorni scorsi alla Camera, può arrivare come una saetta che mette in crisi il Governo e manda in pezzi il PDL e in bestia il suo Capo.
Insomma le parole non bisogna solo contarle ma anche pesarle!
Per passare ad oggi, il Professore ha dato a tutti il compito a casa.
Nel fine settimana natalizio gli italiani dovranno leggere la sua Agenda , già disponibile on line, e trarne convincimenti e spunti per allontanare i populismi e meditare sulle future scelte elettorali. Chi naturalmente è più interessato a misurarsi o a farsi misurare sono i fuggitivi, gli incompresi, quelli che l’avevano già detto che bisognava fare una lista di centro! Che bisognava distinguersi da Vendola, da Fassina, da Dipietro, quelli per i quali non si poteva prescindere dall’Agenda Monti e che bene hanno fatto a distinguersi. Gli assertori dell’europeismo più convinto cercheranno di salire sul carro che conduce in Parlamento e forse anche Renzi metterà sul piatto i suoi carrieristi di provincia. Grazie all’infelice uscita di Dalema il povero Bersani, fra deroghe, uscite e incomprensioni sarà costretto a cedere quote di sovranità, che peccato quelle primarie! Per fortuna che la saggezza del Colle c’è. Buon Natale a tutti.
(Cfr. http://ubaldogerovasi.blogspot.it/2012/10/monti-bis.html
Partecipare alla vita politica è un dovere civico, concorrere alla crescita del paese è un diritto sancito dalla Costituzione, testimoniare con l’esempio, il lavoro e la famiglia sono il modo giusto per contribuire al bene comune. Ciascuno, dal lato delle proprie competenti esperienze, con saggezza e senso di responsabilità può contribuire alla conoscenza, alla riscoperta e alla conquista dei valori etici, professionali, di giustizia,coesione e sviluppo che devono presiedere la società civile.
lunedì 24 dicembre 2012
mercoledì 12 dicembre 2012
CENTRO UGUALE EQUITA' RIGORE e SVILUPPO
E’ proprio vero quanto dice l'On. Tabacci, Berlusconi deve sollevare "la coppa del disastro politico e morale del paese"!
E si capisce che abbia deciso di ritornare alle urne per realizzare una presenza politica di mantenimento, proporzionale alle sue diverse esigenze politiche, imprenditoriali e familiari.
Certo non riuscirà più a recuperare tutti quegli elettori che hanno dato fiducia e creduto alle promesse di rinnovameto liberale lanciate con Forza Italia dal 1994; l’effetto annuncio è finito e qualsiasi trucco mediatico non farà altro che peggiorare il livello di consensi che da mesi si sta’ avvolgendo, per venire giù irrimediabilmente come una valanga di neve. Il piccolo premio lo avrà forse il Movimento 5 stelle a patto che il centro sinistra capisca che il suo possibile successo sarà proporzionale al rinnovamento, al rigore nell’ammissione delle individualità provenienti dalla società civile ed alla realizzazione di una terza gamba di centro costruita sulla roccia e non sulla sabbia.
Per vincere bisognerebbe armarsi di tanta umiltà e spirito di servizio per dare vita, nell’ambito del centrosinistra, ad una lista qualificata e cristallina della quale sia referente il Prof. Monti, come elemento di garanzia europea e internazionale, in linea di continuità con l’azione di rigore equità e rinnovamento delle istituzioni fin qui realizzata. Una lista nella quale, se volessero potrebbero partecipare anche i costituendi movimenti di Italia Futura,
Verso la Terza Repubblica e Fermare il declino, purché riescano a discernere i notabili dai furbacchioni! Se Casini vuole essere della partita e contribuire ad irrobustire la gamba del centro con i suoi residui voti, potrebbe essere ben accetto, ma riuscirà, oltre che a rievocare le sue primogeniture centriste, a riassettare i suoi ranghi alle nuove regole di ingresso?
Come è presumibile questa ipotesi non sarà gradita a Bersani ed ai suoi sinistri, ma se il Presidente Napolitano non anticipa la sua uscita, questa resta una prospettiva da non sottovalutare. Nel caso contrario sarà la coalizione vincente a decidere la sorte del Governo prima e della Presidenza della Repubblica poi.
domenica 2 dicembre 2012
IL GARANTE CHE GARANTISCE
Non
si può dire che il Partito Democratico nel recente periodo in
materia di Garanti ci abbia proprio azzeccato. Ha voluto insistere
con la solita arroganza a ricoprire i posti resi disponibili per le varie privacy e autorità per dare ingiustificati buon serviti
alle caste in uscita ed ora, nella delicata fase delle primarie di
coalizione, nel capogiro dell'imprevisto successo, si è
incartato del tutto. Chissà se il Garante per le primarie è
stato scelto con il concerto degli altri partecipanti alla
coalizione (Vendola e Tabacci), forse si o forse no, o meglio, se gli
altri componenti della coalizione hanno acconsentito all'altalenante
spumeggiare di varianti in corso d'opera.
Una cosa è certa,
dopo i primi risultati nell'evolvere degli avvenimenti, il ruolo di
garanzia è sembrato un po' plateale ma non certo garantista.
Purtroppo negli ultimi decenni questa fattispecie nella pratica
politica è via via scaduta, con il sorgere dell'attivismo
clientelare introdotto dai partiti unipersonali e padronali della
seconda repubblica. Al tempo in cui “era” la Costituzione, il
parlamento rappresentava l'organo legislativo, “erano” i deputati
e i senatori con il Governo che facevano le leggi ed il ruolo di
controllo e di garanzia avevano ben altro peso e valenza.
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