Partecipare alla vita politica è un dovere civico, concorrere alla crescita del paese è un diritto sancito dalla Costituzione, testimoniare con l’esempio, il lavoro e la famiglia sono il modo giusto per contribuire al bene comune. Ciascuno, dal lato delle proprie competenti esperienze, con saggezza e senso di responsabilità può contribuire alla conoscenza, alla riscoperta e alla conquista dei valori etici, professionali, di giustizia,coesione e sviluppo che devono presiedere la società civile.
domenica 16 novembre 2008
Riavviciniamo i cittadini alla propria amministrazione
Bene, i nostri lettori avranno già avuto modo di maturare il convincimento che le contraddizioni all’interno delle due componenti politiche che si sono contrapposte nelle ultime elezioni politiche sono esplose. O meglio, che sono comprensibilmente emerse, da un lato il vuoto veltroniano incidentato da Di Pietro, al suono del governo ombra e dall’altro l’assolutismo berlusconiano al passo di Tremonti, con il contrappunto leghista e la vigilanza della presidenza della camera. Casini naviga in questo mare ma non riesce ad imbroccare la rotta. Capisce che Tabacci ha ragione e lo accontenta aprendo al centro, perché è l’unico capace di fare un opposizione seria a rilevanza politica, degna di questo nome. Non si è però convinto, o forse non vuole comprendere che la sua linea è l’unica per poter avviare una stagione politica di cambiamento rispettosa dei principi e dei valori, compresi i bisogni degli ultimi, di cui tutti si fregiano e parlano, ma nella perversa convinzione di non disturbare i manovratori e di lasciare le cose come stanno, caste comprese. E’ stato già detto in queste notizie “ si tratta di affermare uno stile nuovo in cui la politica in modo concreto e garbato affronti le questioni per la loro valenza sociale economica e di sviluppo, viste nell’ottica di un controllo democratico che il cittadino deve esercitare per garantire il bene comune. La vicenda elettorale trentina è un premio modesto ma significativo di questo orientamento, che deve proseguire avviando subito forme di coinvolgimento popolare che vadano in questa direzione. Il cittadino ha bisogno di una nuova politica che nasce dal territorio e per il territorio, nella quale si riconosca in valori e bisogni e soprattutto in chi questi valori li garantisce e li difende. La crisi sindacale è una realtà; dovere della politica è quello di non lasciare i lavoratori soli a se stessi, la disaffezione diffusa e rilevante va interpretata ma anche democraticamente governata. Ha ragione l’amico Perin quando dice che va avviata una stagione di alleanze con l’obbiettivo primario del riavvicinamento dei cittadini alla propria amministrazione, per “la ricerca di una cooperazione di idee e di forze che riteniamo essenziale per il futuro di ogni comunità” .
postato il 16/11/2008
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