Partecipare alla vita politica è un dovere civico, concorrere alla crescita del paese è un diritto sancito dalla Costituzione, testimoniare con l’esempio, il lavoro e la famiglia sono il modo giusto per contribuire al bene comune. Ciascuno, dal lato delle proprie competenti esperienze, con saggezza e senso di responsabilità può contribuire alla conoscenza, alla riscoperta e alla conquista dei valori etici, professionali, di giustizia,coesione e sviluppo che devono presiedere la società civile.
giovedì 15 gennaio 2009
IN SARDEGNA SI VA’AL VOTO
I nostri lettori certamente si chiedono come mai non facciamo proseliti né ci affrettiamo per costituire quella forza di Centro ormai indispensabile e essenziale anche nelle nostra regione nella fase elettorale che abbiamo alle porte.
In realtà poiché il movimento sia a livello locale che a livello nazionale si colloca AL CENTRO (è e vuole essere portatore di idee moderate e centriste), è opportuno anche in Sardegna, come hanno suggerito gli amici del Veneto, in questa prima fase delle elezioni amministrative essere riconoscibili come forza moderata di centro e quindi inconciliabile con la partecipazione a candidature non condivise, secondo i metodi e le prospettive che si vanno profilando e che hanno preso forma negli ultimi giorni. Sarebbe auspicabile piuttosto l’emergere di eventuali liste civiche centriste che aggregando persone ed espressioni della società civile, movimenti laici e cattolici, possano portare vantaggio al necessario obbiettivo di cambiare radicalmente il rapporto dei cittadini con l’amministrazione e con la politica.
Al momento manca una analisi seria delle ragioni per le quali un cittadino deve dare il proprio consenso alle forze politiche che fino ad ora hanno dato vita al governo e animato la politica della Regione. Nei fatti non basta chiedere il voto agli elettori per continuare o cambiare un impegno politico. Questo è solo uno slogan pubblicitario che serve a catalizzare le masse con l’effetto trascinamento. Né alla luce delle esperienze ci si può affidare a sole individualità. La democrazia è un bene irrinunciabile; chi non la sa coltivare a favore del bene comune e non la sa praticare nelle sue regole al di sopra degli interessi individuali o di parte, farebbe bene a lasciare il passo o cambiare mestiere. Il governo della regione nella legislatura appena interrotta si è caratterizzata per una presenza forte che lo stesso Governatore Soru ha qualificato in uno spot come “ testarda, introversa, orgogliosa e sarda”. Si potrebbe aggiungere “ incontrastata, dequalificata, offesa e dileggiata.
Incontrastata dall’opposizione che non ha mai opposto serie ragioni e validi motivi per modificare o integrare le varie questioni di interesse generale trattate. Dequalificata sia dall’opposizione che dalla stessa maggioranza, per le contraddizioni e le inutili pregiudiziali proposte sulle peculiari materie di interesse generale trattate. Offesa dagli speciosi conflitti e contrasti seguiti e commentati dai media e finiti inopportunamente nelle mani della magistratura locale. Dileggiata dal cittadino benpensante e attento che è costretto a ridere per non pingere, di questa classe dirigente che gli è stata imposta dalle Segreterie dei partiti unipersonali e stereotipati che erodono, si spera ancora per poco, la buona fede e il responsabile dovere civico del cittadino elettore.
Ma poiché la politica è la più alta delle arti e la Sardegna deve sperare che non si continui nelle basse astuzie e nelle insulse prevaricazioni dei carrieristi della politica, occorre costruire al più presto una nuova forza di CENTRO che sia quella ”stella polare” del cittadino semplice, onesto, che con il lavoro e nella famiglia desidera esprimere se stesso per contribuire al bene comune. Di quel cittadino che vuole pensare alla politica come espressione del suo essere presente con la semplicità e con il sorriso alla realtà in cui vive, nella quale crescono i suoi figli ed in cui si incrociano gli interessi dei più deboli che meritano rispetto e protezione sociale. Occorre per realizzare una politica sospinta dalla presenza dai tanti giovani che credono nella coerenza dei loro comportamenti, che guardano con fiducia al domani e confidano nella nostra responsabilità e nel nostro senso di giustizia. Bisogna perciò partecipare alla cosa pubblica e contribuire al bene comune al servizio dei cittadini; fare ciò significa essere chiamati con il voto nel rispetto delle regole dettate dalla Costituzione ad un dovere civico alto e impegnativo del quale la società deve essere grata perché finalizzato alla crescita ed allo sviluppo del nostro territorio. Avere una forza di Centro oggi significa mettere insieme uomini e donne che meritino questa gratitudine e questo rispetto; e per ricordare ancora l’On. Bruno Tabacci :” Non si chiede di farlo per noi o per voi. Si chiede di farlo se condividiamo l’idea di una politica nuova e partecipata, di un impegno civile diffuso e disinteressato. Si chiede di farlo per lasciare qualcosa alle future generazioni e per offrire un gesto d’amore al nostro Paese”.
Postato il 15 gennaio 2009 sul Bolg Http://www.larosaperlasardegna.org - Sito realizzato da Giorgio Pes -
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