Partecipare alla vita politica è un dovere civico, concorrere alla crescita del paese è un diritto sancito dalla Costituzione, testimoniare con l’esempio, il lavoro e la famiglia sono il modo giusto per contribuire al bene comune. Ciascuno, dal lato delle proprie competenti esperienze, con saggezza e senso di responsabilità può contribuire alla conoscenza, alla riscoperta e alla conquista dei valori etici, professionali, di giustizia,coesione e sviluppo che devono presiedere la società civile.
lunedì 11 giugno 2012
DAL CORRIERE DELLA DOMENICA
Molto stimolante ed riflessiva la prima pagina del Corriere, sia nel fondo del direttore De Bortoli che nella rubrica di Aldo Grasso. L’apprezzamento alle scelte del Governo sulle nomine e l’ennesima toppata dei partiti sulle Autority, non fanno che confermare il loro stato di crisi e l’incapacità assoluta di approfittare di una occasione ghiotta come questa per avviare un percorso virtuoso da cui ripartire per recuperare il consenso popolare. La paura fa novanta e tutti i parlamentari esodandi, prima di cadere nell’anonimato, lucidano i distintivi e si affidano ai capi amici per catturare un posto al sole. Il Prof. Monti con una mossa magistrale degna dei prossimi futuri strali, ha messo a segno le nomine della Rai, per sedare i mugugni dell’antipolitica e acquietare gli insulti di partigianeria e per distogliere l’attenzione del cittadino, affranto dal quotidiano, dalla pagliacciata dei curricula; ma alla casta non c’è limite! La Sardegna, che oggi và al voto, esulta; comunque vengano ridisegnate le circoscrizioni, ha già messo in sicurezza un posto per le prossime candidature. E già può vantare la nomina di un ambito incarico alla presidenza della Autority della privacy, “riservatissimo” e utilissimo per le sorti e per lo sviluppo delle suggestive aree interne dell’isola da cui provengono proprio i consensi dell’On. Antonello Soro. Come ha ben osservato Ferruccio De Bortoli rimane il rimpianto per una “classe dirigente responsabile, preoccupata anche dell’interesse generale, come quella che nel Dopoguerra rese possibile il miracolo economico”;
altri spessori, altra cultura, altra etica, ma soprattutto più umiltà e ricerca ideale del bene comune. Forse è tempo di prendere coscienza che non si può continuare a praticare questo disgustoso balletto degli interessi di egocentralismo partitico e sindacale che rende possibile e giustifica ogni tipo di omologazione e di arroganza intellettuale. I partiti se vogliono devono rinascere su nuovi soggetti, strumenti e strutture, aprire le porte alla società civile, chiamando persone di buona volontà, i giovani, il mondo della cultura, le competenze specifiche e quanti hanno capacità e cuore per il bene del paese. Solo così anche il mondo dell’impresa potrà scrollarsi di dosso la difesa monopolistica e l’egoismo plurimarche per realizzare un mercato più libero e creativo, che ritorni ad essere oggetto di accurata e partecipata attenzione da parte del mondo bancario in modo da innescare la crescita e provocare una mobilità virtuosa dei capitali disponibili nella società.
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