Chi legge questo blog e seguiva negli anni scorsi quello della Rosaperlasardegna.org, forse prova soddisfazione per la decisione dell’On. Tabacci di voler concorrere in prima persona al cambiamento della politica del nostro Paese. Molti che in passato hanno criticato alcune indecisioni che ne hanno orientato e condizionato le scelte saranno rimasti sorpresi o perplessi per questa candidatura alle primarie di coalizione. Per chi ha seguito la Rosa Bianca fin da Montecatini con lo spirito di innovare la buona politica ed incidere anche sulle prospettive dell’area cattolico popolare e democratica, che si era dimostrata un po’ stretta negli schemi del Partito Democratico, questa decisione, anche alla luce dell’esperienza del Comune di Milano, sembrerà per certi versi liberatoria. Personalmente l’apprezzo molto. E’ portatrice di una spinta al cambiamento, matura del rigore morale e intellettuale necessario per portare nella politica e nelle istituzioni un nuovo stile al servizio del bene comune. Nasce, come Tabacci stesso afferma, sulla moderazione, sull’equilibrio e sul senso di responsabilità che potrebbe rianimare tutte quelle aggregazioni spontanee, sane ed appassionate che da tempo credono fermamente in una nuova forza al “centro” del panorama politico. Un punto di incontro fra le esperienze presenti nel mondo cattolico ed in quello laico che sentono doveroso e urgente contribuire sul terreno della concretezza istituzionale, a realizzare una forza rispettosa dei valori etici e morali che con il consenso popolare concorra ad un futuro Governo possibile. Questa forza politica, come precisato da Tabacci, và oltre l’API e si colloca verso sinistra fra il PD e SEL, all’interno del Partito Democratico Europeo, per contribuire a costruire un Governo di qualità, al di fuori dalle politiche della finanza, che prosegua sulla scia e nello stile dell’Agenda Monti, in cui dovere della politica è quello di orientare le scelte dei cittadini e non di inseguirne gli umori. Per la prima volta si fa un po’ di chiarezza sulle primarie e si capisce che l’”occasione” serve per avere un senso politico ed ottenere delle indicazioni di volontà della maggioranza potenziale per assumere la guida del Governo del paese, nel rispetto e secondo le regole della Costituzione. Il contenuto della Conferenza Stampa comunque merita attenzione e proponiamo l’ascolto integrale (guarda il video).
Alcune osservazioni quindi vanno fatte in questo contesto che appare l’avvio di campagna elettorale.
Se è escluso pensare, in base alle forze in campo, ad una riedizione dell’Ulivo, non è certo auspicabile un riposizionamento distributivo verticale del personale politico uscente! I partiti dovranno superare gli asset correntizi, abbandonare i privilegi e le raccolte localiste nonché i desueti buon servito socio-volontaristici non più graditi alle depresse espressioni categoriali. Il sistema della relazioni industriali che si è sviluppato in questo decennio in percorsi tortuosi e spesso privi di equilibrio, su derive a volte penalizzanti che hanno incrinato e disatteso gli stessi interessi reali del lavoratore, blasonato dalla massiccia presenza del personale pensionato, ha omologato il limite della concertazione, per cui le forze sociali che non devono né possono rappresentare gli interessi generali, devono ripensare l’orgoglio della incompatibilità con l’azione politica e riacquistare il ruolo ad esse riservato di dialogo e confronto sugli interessi particolari delle singole categorie rappresentate. Si deve elaborare con saggezza e rigore etico lo spazio delle specifiche responsabilità, per cui appare obsoleta la enunciata prospettiva di incontro fra tecnici e politici; sembra più il desiderio di ritagliare privilegi che venire incontro ad esigenze di reale cambiamento della politica del terzo millennio. La ricerca delle disponibilità provenienti dalla società civile e delle cosiddette aggregazioni sociali non vanno perciò pensate quali esigenze di completamento estetico per la sistemazione dei ranghi, ma essere una presenza rigenerante selezionata, rigorosa, portatrice di contributi valoriali, proveniente dal territorio per il cambiamento e per ricostruire in radice la politica del paese. Non và comunque sottaciuto per ultimo il giusto richiamo del Presidente Napolitano all’eccessivo ricorso ai voti di fiducia e ai decreti di urgenza.
Se i partiti avessero evitato la mortificante litigiosità e l’insulsa ricerca di compromessi di stampo clientelare, il paese avrebbe potuto battere da solo le speculazioni finanziarie della grande finanza, prevenire i giudizi interessati delle agenzie di reating e regolarizzare autonomamente lo spread con i bond tedeschi .
Partecipare alla vita politica è un dovere civico, concorrere alla crescita del paese è un diritto sancito dalla Costituzione, testimoniare con l’esempio, il lavoro e la famiglia sono il modo giusto per contribuire al bene comune. Ciascuno, dal lato delle proprie competenti esperienze, con saggezza e senso di responsabilità può contribuire alla conoscenza, alla riscoperta e alla conquista dei valori etici, professionali, di giustizia,coesione e sviluppo che devono presiedere la società civile.
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