lunedì 13 agosto 2012

TABACCIPERLITALIA

Chi legge questo blog e seguiva negli anni scorsi quello della Rosaperlasardegna.org,  forse prova soddisfazione per la decisione dell’On. Tabacci di voler concorrere in prima persona al cambiamento della politica del nostro Paese. Molti che in passato hanno criticato alcune indecisioni che ne hanno  orientato e condizionato le scelte saranno rimasti sorpresi o perplessi per questa candidatura alle primarie di coalizione. Per chi ha seguito la Rosa Bianca fin da Montecatini con lo spirito di  innovare   la buona politica ed incidere anche sulle prospettive dell’area cattolico popolare e democratica, che si era dimostrata un po’ stretta negli schemi del Partito Democratico,  questa decisione, anche alla luce dell’esperienza del Comune di Milano,  sembrerà per certi versi liberatoria. Personalmente  l’apprezzo molto. E’ portatrice di una spinta al cambiamento, matura del rigore morale e intellettuale necessario per portare nella politica e nelle istituzioni un nuovo stile al servizio del bene comune.  Nasce, come Tabacci  stesso  afferma, sulla moderazione, sull’equilibrio e sul senso di responsabilità che potrebbe  rianimare tutte quelle aggregazioni  spontanee, sane ed appassionate che da tempo credono fermamente in una nuova forza al “centro” del panorama politico. Un punto di incontro fra le esperienze presenti nel mondo cattolico ed in quello laico che sentono doveroso  e urgente contribuire  sul  terreno della concretezza istituzionale,  a realizzare una forza rispettosa dei valori etici e morali che con il consenso popolare concorra  ad un futuro Governo possibile. Questa forza politica, come precisato da Tabacci, và oltre l’API e si colloca  verso sinistra fra il PD e SEL, all’interno del Partito Democratico Europeo, per contribuire a costruire un Governo di qualità, al di fuori dalle politiche della finanza, che prosegua sulla scia e nello stile dell’Agenda Monti, in cui dovere della politica è quello di orientare le scelte dei cittadini e non di inseguirne gli umori. Per la prima volta si  fa un po’ di chiarezza  sulle primarie e si capisce che l’”occasione” serve per avere un senso politico ed ottenere  delle indicazioni di volontà della maggioranza  potenziale per assumere la guida del Governo del paese, nel rispetto e secondo le regole della Costituzione. Il contenuto della Conferenza Stampa comunque merita attenzione e  proponiamo l’ascolto integrale (guarda il video).

Alcune osservazioni quindi vanno fatte in questo contesto che appare l’avvio di campagna elettorale.
Se è escluso pensare, in base alle forze in campo, ad una riedizione dell’Ulivo, non è certo auspicabile un riposizionamento distributivo verticale del personale politico uscente! I partiti dovranno superare gli asset correntizi, abbandonare i privilegi e le raccolte localiste nonché i desueti buon servito socio-volontaristici non più graditi alle depresse espressioni categoriali. Il sistema della relazioni industriali che  si  è  sviluppato in questo decennio in percorsi  tortuosi e spesso privi di equilibrio, su derive a volte penalizzanti che hanno incrinato  e disatteso gli stessi interessi  reali del lavoratore, blasonato dalla massiccia presenza del personale pensionato, ha omologato il  limite della concertazione, per cui le forze sociali  che non devono né possono rappresentare gli interessi generali, devono ripensare l’orgoglio della incompatibilità con l’azione politica e riacquistare il ruolo ad esse riservato di dialogo e confronto sugli interessi  particolari delle singole categorie rappresentate. Si deve elaborare con saggezza e rigore etico lo spazio delle specifiche responsabilità, per cui appare obsoleta la enunciata prospettiva di incontro fra tecnici e politici; sembra più il desiderio di ritagliare privilegi che venire incontro ad esigenze di reale cambiamento della politica del terzo millennio. La ricerca delle disponibilità provenienti dalla società civile e delle cosiddette aggregazioni sociali non vanno perciò pensate quali esigenze di completamento estetico per la sistemazione dei ranghi, ma  essere  una presenza rigenerante selezionata, rigorosa, portatrice di contributi valoriali,  proveniente dal territorio per il cambiamento e per ricostruire  in radice la politica del paese. Non và comunque sottaciuto per ultimo il giusto richiamo del Presidente Napolitano all’eccessivo ricorso ai voti di fiducia e ai decreti di  urgenza.
Se i partiti avessero evitato la mortificante litigiosità e l’insulsa ricerca di compromessi di stampo clientelare, il paese avrebbe potuto battere da solo le speculazioni finanziarie della grande finanza, prevenire i giudizi interessati delle agenzie di reating e  regolarizzare autonomamente  lo spread  con i bond tedeschi .

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