Anche se questo blog ha le carte in regola per vantare una primogenitura su quella che viene oggi invocata per la nascita di una grande formazione popolare, necessitata dal fallimento dei populismi di destra e di sinistra della Seconda Repubblica, l’occasione per contribuire al dibattito ed alla sua elaborazione, è ghiotta e di grande utilità.
Va’ perciò apprezzato sia il documento “originale” che la lettera dei promotori, pubblicata e più volte ripresa sul Corriere della Sera, alla quale in particolare vogliamo fare riferimento, partendo dall’assunto della comprensibile esigenza che da “subito occorre lavorare ad un programma credibile nel quale si incrociano quelle reti territoriali di volontari e associati, provenienti dalla società civile”.
Prescindendo dal programma, che in questa fase non può che essere uno stereotipo ad usum delfini che riesuma le lacune dei passati governi ed assume l’operatività dell’Agenda Monti, e annotando gli interessati richiami ai valori degasperiani riecheggianti nell’ultima settimana, ciò che più interessa è l’intenzione propositiva dei promotori sulla “la necessità di riattivare meccanismi di mobilità sociale…per includere quei milioni di donne e di uomini e giovani esclusi dalla vita economica”….e non reclutando due o tre personalità della società civile…ma per cambiare in profondità, in primo luogo sul territorio e poi nella rappresentanza politica”.
Abbiamo valuto trascrivere quasi per intero questi concetti fondativi perché da essi si generano ed innescano le maggiori frizioni e paure presenti all’interno degli attuali partiti. In forza della partecipazione delle forze sociali, per una ricercata presenza di rappresentanze della società civile, nonché per l’allargamento ed il coinvolgimento dei cattolici nella vita politica. Sui sindacati, in languore di visibilità e alla ricerca di un qualunque patto sociale, che nonostante il dibattito ed il confronto dei dati sulla laboriosità e produttività con gli altri lavoratori europei, continuano imperterriti a blaterare in cerca di protagonismo, abbiamo già detto nel post precedente; emerge quindi la grande questione della partecipazione dei cattolici e delle varie aggregazioni nel nuovo millennio.
Laici e cattolici, volontariato, cose bianche, cose rosa, partito dei cattolici, richiami della CEI, richiami del Papa, richiami dei Vescovi, congresso di CL, unioni di fatto, Dico, matrimoni gay e così via! Certamente non è questo il tempo di Partito dei Cattolici! né di rinascita della vecchia DC, né per continuare a praticare l’incompresa carità cristiana, o il mormorio di quei cattolici che sapendo di essere già posizionati nelle future liste elettorali, fanno melina evocando la dottrina sociale della chiesa. La questione oggi va’ affrontata con serietà e carisma politico e soprattutto all’interno di un rigoroso percorso di principi e valori. “L’ispirazione cristiana, recita un documento del Concilio Vaticano II, richiede che l’attività politica sia vissuta non come ricerca dei propri interessi, ma come servizio della comunità civile e come esercizio di carità, e quindi con profondo senso di responsabilità, con dedizione , sacrificio personale e soprattutto con profonda onestà”*.
Non è quindi corretto prescindere da una attenta valutazione dell’attuale rapporto con la politica, oggi completamente avulso dall’amore di patria e da quello spirito del servire nel fedele adempimento dei doveri civici che deve animare la attività pubblica. C’è un distacco culturale e valoriale che va’ assolutamente colmato e trasmesso soprattutto ai più giovani, quale precondizione per affrontare un reale cambiamento. E’ importante ricreare l’interesse nei cittadini per un controllo sociale dell’azione politica previsto dalla costituzione e per il proprio territorio, per “conoscerne la storicità attraverso una sua corretta lettura”, riappropriandosi dei costumi e delle tradizioni di ogni comunità, creando le premesse e le condizioni affinché i cattolici si sentano obbligati a promuovere la crescita del paese ed a far valere il peso dello loro opinione in maniera tale che il potere civile venga esercitato secondo giustizia e le leggi corrispondano ai precetti morali ed al bene comune. Bisogna insomma poter offrire al cittadino attraverso la scuola, l’università, gli intellettuali, il mondo della cultura, delle professioni e dei partiti, i meccanismi di mobilità sociale, che lo stesso Governo Monti potrebbe utilmente promuovere legislativamente. Pensando in particolare al riassetto degli ambiti provinciali e considerando l’aumento della forbice nel ritardo dello sviluppo fra alcune aree del paese, divenuto improcrastinabile e ormai colpevole nel contesto della nuova politica europea. Insomma se il cristiano è chiamato a riconoscere il segno dei tempi, “senza paura”, deve essere egli stesso capace di essere un segno. Lievito e sale, per diventare protagonista del tempo presente e il costruttore di una nuova realtà: “pur senza farsi illusioni, dicendo “pane al pane e vino al vino”, cercando sempre di fare una lettura profetica degli avvenimenti che si trova a vivere e di realizzare tutto quello che è buono, bello, giusto, vero , onesto…da qualunque parte venga.”*Perché,al di là del malcostume e dispregio di chi fin qui la esercita e dirige: “la politica è una maniera esigente, benché non l’unica, di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri”*, per cui vale la pena scoprirla e dare un contributo per liberarla dalla corruzione e dal degrado, nella consapevolezza che servire le comunità nelle quali si vive non solo crea interesse e speranza, ma esorta a credere profondamente in un cambiamento oggi non più rinviabile.
*Conc.Vat.II. Apostolicam actuositatem n.14, Priore P.Fiorenzo Fiorani,”Il Tempo del Cristiano”Omelia dic.2011, Paolo VI ,Octogesima adveniens ,n.46.
Vedi: http://ubaldogerovasi.blogspot.com/2012/01/aiutiamo-la-politica.html?spref=bl
Vi suggeriamo di leggere:Fermare il Declino si mangia Italia Futura: il paese reale se ne accorgerà? | Linkiesta.it
RispondiEliminahttp://www.linkiesta.it/italia-futura-fermare-declino
A chi segue il dibattito, suggeriamo il confronto alla festa del PD di Reggio Emilia fra Tabacci e La Torre:Quale politica per il futuro?
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=4xlEYVFboYI