Hanno impiegato molto tempo a fare le prove di dialogo, ma finalmente ce l’hanno fatta! Improvvisamente dopo tanti incontri, scontri e tentennamenti i nuovi manager del marketing mediatico hanno fatto le quadre. Gli esperti del lobbismo politico, sociale e sindacale, gli invisibili sviluppatori della rete, cominciano a far emergere all’attenzione del grande pubblico il frutto del paziente lavoro. Ed ecco che una alla volta, in previsione dello scontato ballottaggio delle primarie del PD e la risibile superflua rincorsa di quelle del PDL di Alfano, si presentano i salvatori, gli innnovatori della politica del nostro Paese.
Tutti
rigorosamente sostenuti, guidati e controllati a vista da ciò che
resta delle vecchie caste partitiche in via di disfacimento,
sponsorizzati dalle grandi famiglie, appoggiati da organizzazioni,
organismi, carismi e fratellanze, agitano il vessillo della continuità
e della fedeltà per Mario Monti o, al contrario, si oppongono in maniera più o
meno accesa alla sua Agenda, che avrebbe condotto il paese nel baratro
della disoccupazione e al disastro della recessione. Italia Futura,
Verso la Terza Repubblica, i Sindaci Arancione, Fermare il declino,
Verso Nord, Moderati in rivoluzione, ecc… chi più ne più ne metta,
presentano i loro documenti, gli spot, le precisazioni, le indicazioni e
gli slogan. Per cercare di attrarre consensi e salvare il paese
dall’antipolitica, dalle Cinque stelle e, soprattutto, per tentare di
riportare gli elettori alle urne cercando di fare dimenticare ciò che è
sotto gli occhi di tutti: gli sperperi, le ingiustizie,
gli intrallazzi, le malefatte, le vacuità e la irresponsabilità del personale politico
che tutt’oggi ad altro non pensa che a conservare se stesso.
Interessante
l’impegno del presidente della Ferrari: dopo tentennamenti e giuste
riservatezze, uno staff di cervelli appositamente insediati nella
Fondazione Italia futura, coadiuvati da un vasto apporto di esperienze
clerico-social-sindacali, con un generico proclama annunciano di voler
dare, attraverso una forza di centro, nientemeno che fondamento
democratico ed elettorale al Monti-bis. Mentre in apparente
controtendenza, spostandoci dal centro verso destra, nel PDL non
vogliono un Monti-bis, ma un Governo diverso e alternativo alla
sinistra, che rappresenti la guida di tutti i moderati. Pensate: per
una ipotesi del genere anche Alfano il federatore farebbe un passo
indietro. C’è veramente di che riflettere! Se da un lato ci sono
appoggi di esperienza interessanti come i responsabili di diversi
Movimenti cattolici, Governatori di regione, Assessori, consiglieri
comunali, qualche ex sottosegretario e quant’altri della casta pronti al
ripescaggio, dall’altro si sommano adesioni di professionisti,
imprenditori, artigiani, cittadini in buona fede provenienti dalla
società civile che meritano rispetto e apprezzamento. In realtà il vero
problema risiede nella credibilità delle iniziative e nella affidabilità di chi ritiene di poterle sostenere.
I
partiti della seconda Repubblica avevano abituato l’elettore alla
chiamata al voto, prima di ogni tornata elettorale si rinnovava il rito
del coinvolgimento, delle buone intenzioni e delle promesse. Una volta
ottenuto il voto, chi si è visto si è visto, l’onorevole arriva in
Parlamento e così fino alle prossime votazioni. Di questo passo abbiamo
assistito( scusate per la semplificazione) a tangentopoli, alla
scomparsa dei partiti ideologici tradizionali, alla nascita di quelli
personali e padronali con Governi di centro sinistra, centro destra,
centro sinistra e ancora di centro destra, fino all’emersione disastrosa
del debito pubblico e del marciume e malcostume dei partiti attuali e
delle istituzioni. Oggi il paese ha bisogno di rigenerare e ricostruire
la sua struttura politica e far rinascere i partiti politici(1),previsti dalla Costituzione, secondo le regole costituzionali e la
migliore esperienza fin qui accumulata, badando all’interesse comune e
al bene del paese. Gli attuali esponenti dei partiti non sono stati in
grado di realizzare il cambiamento e dettare le regole necessarie, né
sono ancora in grado di emanare una legge elettorale che segni l’inizio
di una seria e rigorosa rinascita. Hanno piegato e condizionato il
Governo Tecnico del Prof. Monti al limite della sostenibilità, al punto che le
poche riforme abbozzate sono spesso risultate distorte o logorate, come sta’ avvenendo
per le Provincie, e nessun taglio reale ai privilegi della casta è stato
effettuato, nonstante l'attenta vigilenza del Presidente Napolitano. I condizionamenti dell’apparato burocratico sono talmente connessi ed
invasivi da rapportarsi paradossalmente con il fenomeno malavitoso e il conflitto di interessi, per far sembrare quasi impossibile pensare nel breve periodo ad una ipotesi di reale riforma.
Fermiamoci a riflettere seriamente, se non sia davvero necessaria una
fase costituente! Qualunque sia la legge elettorale con la quale si
dovrà andare a votare, il voto nelle mani dei cittadini è forse l’unica ancora di salvezza per liberare questo nostro Paese.
(1) Articolo 49:Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale [cfr. artt. 18, 98 c. 3, XII c. 1].
Articolo 98: I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione. Se sono membri del Parlamento, non possono conseguire promozioni se non per anzianità. Si possono con legge stabilire limitazioni al diritto d'iscriversi ai partiti politici per i magistrati, i militari di carriera in servizio attivo, i funzionari ed agenti di polizia, i rappresentanti diplomatici e consolari all'estero.
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