Partecipare alla vita politica è un dovere civico, concorrere alla crescita del paese è un diritto sancito dalla Costituzione, testimoniare con l’esempio, il lavoro e la famiglia sono il modo giusto per contribuire al bene comune. Ciascuno, dal lato delle proprie competenti esperienze, con saggezza e senso di responsabilità può contribuire alla conoscenza, alla riscoperta e alla conquista dei valori etici, professionali, di giustizia,coesione e sviluppo che devono presiedere la società civile.
domenica 15 febbraio 2009
LA CAMPAGNA ELETTORALE
Come si dice :qui le chiacchiere stanno a zero. La campagna elettorale è aspra e difficile e gli lettori sono maturi e sanno quel che fare. Soru sarà votato dai sardi per quel che ha fatto in questi anni e per come lo ha fatto. Capellacci e gli altri che lo insidiano, saranno votati per quello che promettono di fare. E’ inutile cercare le streghe e rievocare pregiudizi intellettuali; ognuno raccoglie quel che semina. I cattolici conoscono il Vangelo, sanno anche porgere l’altra guancia , ma chi è senza peccato scagli la prima pietra. Soru raccoglierà dove ha seminato: nelle pianure dei campidani, nel cagliaritano opulento e forse anche grazie all’interessato sostegno di Veltroni. Ma ricorda i difficili e aspri territori del Goceano, del Marghine, della Planargia delle Nurre e del Meilogu? Palghe abbandonate, ricche di valori preziosi, forse sconosciute e lontane, che non si lasciano certo conquistare da una visita pastorale, anche se simulata incolpevolmente da una presenza di governo. Non sembra coerente addossare sul povero Pastore d’anime, pur sempre uomo e a volte poco prudente, le possibili sconfitte elettorali di centrodestra o di centrosinistra; per gli elettori sardi non possono bastare le visite e le barzellette, come non servono le evocazioni filosofiche e storico politiche per valorizzare o difendere una certa sardità caratteriale. Siamo nella nuova era della condivisione delle responsabilità, per la eliminazione delle caste e della politica al servizio del bene comune.
Anche il conflitto sociale ha fatto il suo tempo e sbaglia a nostro avviso la CGIL di Epifani a radicalizzare i vecchi sistemi di potere, il percorso unitario andava difeso sulla via delle future generazioni e del cambiamento; ascoltare la vecchia conservazione per lacerare il mondo del lavoro, non è cosa buona e giusta. Ma ognuno si assume la responsabilità delle proprie scelte, saranno i lavoratori a valutare e riconoscere! E gli elettori a votare.
postato il 15/2/2009
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