lunedì 21 novembre 2011

CONTROLLO DEMOCRATICO

Bene, l’operazione Napolitano è andata felicemente in  porto, il nuovo Governo guidato dal Prof. Monti, sicuro di una robusta maggioranza parlamentare, dispiega le sue vele e si avvia  verso il mare aperto della politica italiana.  D’ora in avanti è nostro dovere aiutare il Professore nel suo difficile compito e seguirlo lungo quella che abbiamo chiamato la“fase straordinaria  nella quale vanno ricercate e inventate  tutte quelle misure finanziarie, economiche e di sviluppo, calibrate al bene comune e ai valori sociali,  che sterilizzino e tengano lontani i pericoli delle speculazioni europee ed internazionali e consolidino il ruolo dell’Italia in Europa”. Abbiamo anche sottolineato, in sintonia con quanto lo stesso Presidente ha poi confermato nelle sue dichiarazioni programmatiche , che a queste misure sono chiamate  a concorrere tutte le parti politiche e sociali; che  da qui ne va’ del loro futuro e  che gli elettori sapranno  e dovranno valutare le scelte che  via via saranno  fatte attraverso un severo controllo. Una serie di  responsabilità quindi attendono i cittadini: aiutare il Governo nel suo percorso e nelle sue scelte nella condivisione degli obiettivi e delle  finalità, concorrere con il consenso a queste scelte, esercitando il controllo democratico sui risultati, nonché  vigilando sulla attività dei partiti e delle parti sociali. Come dunque  esercitare questo diritto-dovere costituzionalmente previsto? E’ la grande sfida  a cui tutti siamo chiamati, ciascuno per la  sua piccola o grande parte  dovrà corrispondere non solo in termini di contributo materiale sopportando le eque misure che saranno adottate per riavviare lo sviluppo, ma anche  come presenza attiva pulsante democratica rivolta al cambiamento. Forse sarà possibile comprendere cosa è necessario fare per aiutare il paese ad uscire dalla crisi nella quale i mercati finanziari pare ci abbiano condotto ed apprezzare se le ragioni intessute in questi anni attraverso i media dalle nostre forze politiche erano legate a mere contrapposizioni strumentali per detenere o ribaltare i risultati delle ultime elezioni o se la necessità virtù ideata dal Colle sia stata la vera salvezza del nostro Paese. E’ un cammino interessante da percorrere, che  merita  in ogni caso di essere vissuto  nella speranza di ridare  cuore e animo alla politica, fiducia ai cittadini ed alle nuove generazioni. Il Paese deve poter ritrovare se stesso, riprendere i suoi valori fondamentali, il proprio vissuto e le sue tradizioni di creatività, genio, arte e cultura  attraverso i quali siamo diventati grandi nel mondo. Riprendere il senso  della storia, della famiglia, di paese unito nelle sue municipalità, ancorché sia più reale che mai il distacco e la dicotomia dell’area meridionale, della quale necessita parlare con maggior merito. Ognuno deve riflettere su cosa fare. Un uomo politico   italiano che apprezzo  disse non molto tempo fa: “non mi illudo che, attraverso questa strada, sapremo richiamare l’attenzione popolare, ma quantomeno avremo sollecitato una presenza critica di quanti (pochi o tanti che siano) frequentando il blog vogliono mettere la loro intelligenza al servizio dei problemi veri del Paese. Magari …… affermeremo uno stile”.

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