I miei lettori non hanno risposto all’invito di dare una mano ai partiti per migliorare la politica ed emarginare le caste. Forse hanno ragione coloro che sostengono che la cultura, la piccola e media borghesia, gli intellettuali guardano la politica dall’alto e lasciano fare, per trincerarsi poi nell’astensione al momento del voto.
E’ comprensibile che i partiti attualmente in pista abbiano generato del disgusto e d'altronde, il Governo Monti giorno dopo giorno in questi due mesi, inconsapevolmente ha logorato questi serbatoi lobbistico clientelari ad immagine unipersonale. Ma questo è il meno che potesse capitare dopo anni di insulse diatribe, affari, clientele e strumentali contrapposizioni! L’attuale governo è stato chiamato ad una repentina operazione di salvataggio del Paese ormai giunto ad un passo del fallimento nel quale le irresponsabili campagne mediatiche e i conflitti di interesse lo avevano cacciato. Il sussulto illuminato del Presidente Napolitano ha virato con destrezza il timone di una barca avviata a sicuro naufragio, ma nonostante lo scampato pericolo le ciurme partitocratiche e sindacali, apparentemente compatte, cercano ancora di imperversare cavalcando interessi particolari e proteste che, seppur legittime, agli occhi del mondo diventano inutili. Destano sconforto e ilarità gli esponenti dei partiti e delle parti sociali nei dibattiti televisivi nel confronto con i ministri tecnici; cercano di assumere mansueti atteggiamenti dottorali per suggerire o proporre aggiustamenti alle varie misure delle manovre nell’auspicio di trattenere consensi che non ci sono più. Ciò che resta a questi partiti sono le intenzioni di voto sulle quali si dilettano i media, mentre i nuovi alleati o quelli all’opposizione, imperterriti continuano nelle vecchie solfe e con gli stessi metodi a riposizionare nelle periferie alla testa dei giovani e nuovi iscritti raccogliticci, i rappresentanti delle caste locali, con buona pace del rinnovamento e dell’impegno civile diffuso e disinteressato.
La politica è “arte di governo” e in questi ultimi due mesi sia il Presidente della Repubblica che il Governo Monti stanno affrontando la più ardita e stringente azione politica che abbia mai impegnato il Parlamento negli ultimi decenni. Non bisogna confondere le liberalizzazioni, la riforma del mercato del lavoro, la finanza, l’economia, lo sviluppo e gli equilibri europei e internazionali come azioni tecniche del Governo tecnico! Come ha sostenuto l’On. Tabacci nelle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia sul decreto cosiddetto Milleproroghe: “Non vi è nulla di tecnico in tutto questo, è tutto tremendamente politico, anche se la recita a soggetto ci impedisce di chiamare le cose con il loro nome. Ma questa svolta è senza alternative, conviene percorrerla con dignitosa coerenza nell'interesse del Paese”.
Allora, è proprio il caso che la società civile resti in disparte? Forse i più illuminati e lo stesso Governo Monti potrebbero incentivare nell’interesse generale nuove forme di partecipazione e di confronto, per rendere più alta la politica a servizio del bene comune e del Paese.
Partecipare alla vita politica è un dovere civico, concorrere alla crescita del paese è un diritto sancito dalla Costituzione, testimoniare con l’esempio, il lavoro e la famiglia sono il modo giusto per contribuire al bene comune. Ciascuno, dal lato delle proprie competenti esperienze, con saggezza e senso di responsabilità può contribuire alla conoscenza, alla riscoperta e alla conquista dei valori etici, professionali, di giustizia,coesione e sviluppo che devono presiedere la società civile.
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RispondiEliminaCaro Ubaldo,forse non siamo soli a dibattere sullo stato di salute dei partiti. E.Galli Della Loggia, sul Corriere della Sera del 31 gennaio scorso, ha ben inquadrato la crisi nella quale tutti i partiti hanno sprofondato l'Italia e come sono e saranno condannati alla irrilevanza di fronte all'attività del Governo Monti, in quanto incapaci di fornire almeno una speranza agli italiani.
RispondiEliminaConcordo pertanto pienamente su quanto scrivi e spero che ogni persona in grado di riflettere sui nostri guai possa intervenire nella discussione. Per quanto mi riguarda, mi auguro che possa nascere un movimento che convinca il Presidente Monti a continuare nell'attività di governo anche dopo la nascita del nuovo Parlamento.Perchè rinunciare alle sue capacità?
Iniziamo ora a promuovere sul nostro territorio (quello su cui tutti possiamo dissertare perchè meglio conosciuto) un confronto tra cittadini di buona volontà e, se disponibili, anche coi partiti che vogliono governarci?
Enzo
Mi sembra un ottimo suggerimento, anche se sarebbe meglio affrontare i problemi con un certo ordine, partendo dalla nostra Costituzione che molti hanno dimenticato. Due articoli 1l 18 ed il 49 ripetono la medesima frase :
RispondiElimina“I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione,….”, “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, perché questo è metodo che i padri costituenti hanno delineato per il percorso e la crescita democratica del nostro stato. Credo che ci sia bisogno di avviare una riflessione banche su questi temi, avviare una nuova fucina di pensiero ed offrire un luogo di confronto sereno e costruttivo al di là delle appartenenze politiche in cui si partecipi con il desiderio di contribuire a ridare fiducia e vigore anche alla nostra città.