La Casta ha vinto ancora! Le retroguardie
massimaliste del PD abbinate ai forzisti
vecchi e nuovi del” ghe penso mì”
hanno dato spettacolo, ben supportati
dai tuttologi dell’informazione e costretto
il Governo Renzi a veleggiare per evitare il naufragio. Tutte manovre
preparatorie per disperdere i veri nemici
della questione di genere, condotta strenuamente dal sesso ” forte” con
l’espressione candida di un abito, che in questo caso “ non ha fatto il
monaco”. Comunque grande confusione da parte di una comunicazione politica della
sinistra insufficiente ed ambigua, che riprenderà
l’azione in Senato, ma capace di farsi
male e trasformare una giusta e logorata aspettativa di genere, in annunci
populisticamente incostituzionali ancorché democraticamente opinabili. In
realtà la questione femminile non può essere dirimente; nei vertici, in politica,
nell’amministrazione, nell’ impresa, come in ambito ecclesiale, rimane, come ha sottolineato Papa Francesco,
una questione funzionale. Nelle espressioni vitali e partecipative invece la
presenza femminile assume un ruolo strategico ed originale, quasi
universalistico, che non consente gradazioni,
proprio perché se valutate dalla
casta rischiano di assumere quella
connotazione maschilista tanto in voga
nel nefasto ventennio. Matteo Renzi ha glissato bene, scudato dagli accordi
intessuti, con la carica di creatività riesce ad isolare la sinistra interna ed
esterna, sbeffeggiata con una strategia di attacco multimediale che sorprende
financo il sindacato e i moltissimi
osservatori, che piano piano si
rivolteranno contro.
Curioso l’appunto di Dario di Vico sul Corriere di giovedì 13 in
cui vengono contestate le scelte fatte dal Governo sia nel metodo che nel
merito! Perché alla fine poi, strumentalmente, sembra quasi volerne salvare la validità. Ma ciò che conta non dovrebbero
essere i provvedimenti adottati per il bene del Paese e dello stato del suo sviluppo, compreso il lavoro? Far rilevare nominali ipotetiche critiche di
metodo e sul merito non spettanti e certamente non appropriate, ancorché possibili e
necessarie in chi deve esercitare tali
funzioni, può determinare distorsione
nel comune sentire e deprezzamento dell’attività di Governo e
politica in generale, cosa forse poco consona per uno strumento informativo di massa.
Sarebbe opportuno ritornare al confronto delle idee, riprendere la
linea della responsabilità e dell’etica per smorzare le derive populiste che alimentano disaffezione e antipolitica.
L’occasione è comunque propizia
per esprimere dal bolg soddisfazione e
interesse per il riequilibrio di genere
compiuto dal Governatore della Sardegna Pigliaru dopo la recente vicenda
elettorale. Complimenti! La chiamata di cinque donne in Giunta rappresenta
una svolta ed una risposta concreta a parte delle istanze elettorali. Ben
sfogliando la margherita il professore
porta in dote dal Capo di sopra due valide presenze (Maria Grazia Piras e Donatella Spano), dal
tratto umano, culturale e professionale eccellenti, che possono certamente contribuire
all’ attuazione dei futuri programmi
dell’isola.