mercoledì 23 aprile 2014

RENZI GUARDA I SINDACATI ?

Meglio sarebbe dire spiazza e  oscura  quelli che una volta  erano i difensori ,” si fà per dire”, dei diritti dei  lavoratori.  Forse colpito dalle  recenti  rievocazioni  con le quali la stampa di opinione  ha rammentato  il ruolo passato e recente del sindacato nello sviluppo del paese : “ Lacci e lacciuoli di imprese e sindacati (che) frenano la crescita” (Guido Carli 1977) e le  “rigidità legislative burocratiche, corporative, imprenditoriali, sindacali sono sempre la remora principale allo sviluppo del nostro paese"(Ignazio Visco Governatore della Banca d’Italia), il giovane Segretario del Partito Democratico e Presidente del Consiglio,  con l’ erogazione a 10  milioni di lavoratori di una modesta  14° mensilità  da ottanta euro nette al mese  ha mandato un segnale forte proprio a quelle parti sociali, contrariate, già dall’avvento di Mario Monti, per la fine degli interminabili ed inconcludenti confronti di Palazzo Chigi.  Al là  dei possibili effetti  sull’economia e sul PIL  criticati dalla minoranza del PD attraverso l’On. Fassina,   ai rappresentanti delle Confederazioni,  dedite ormai alla  mutualità surrettizia e parafiscale ed al recupero di qualche importante poltrona per futuri trombati, non rimane  che il gravoso compito di rappresentare gli interessi della numerosa residuale categoria dei pensionati,   esclusi dai recenti benefici del cuneo fiscale, anche se, loro malgrado, continuano a pagare la delega associativa annuale.   Il momento è imbarazzante, il maggiore ente di previdenza è scoperto e la contestazione metalmeccanica non si assopisce; Landini si agita, blatera e  continua a fare il prezzemolo  nei tolk show televisivi.  Nè peraltro possono definirsi edificanti le  recenti prese di posizione dei  vertici sindacali,  a cominciare dalla petulanza di Confindustria,  dall’imperativo Segretario della CISL Bonanni, che avverte: “Queste massime autorità  devono stare attente a come parlano: parlano a vanvera, sono gli untori  del populismo italiano”. O  per non parlare della Segretaria  della CGIL Camusso , che precisa: “Mi sembra un riproporre  ricette che hanno già mostrato il loro fallimento”.  Per la sinistra del PD sono tempi duri, la casta trema e si vede costretta a riesumare Berlinguer per non perdere pezzi.  Nell’illusione di Veltroni, al tempo dei “gufi”, si scompone  e non regge all’attivismo del nuovo "Mosè" che spariglia tutto  e blandisce l’accordo con Forza Italia.  Si alterano “ i dalema”, vanno in fibrillazione” i brunetta”, si scompigliano “i cinque stelle” e Grillo si arrabbia!  Anche La 7 perde l’orientamento,  in vista delle elezioni europee invita Marie Le Pen per attizzare una destra vagante in ambito europeo alla disperata  ricerca dei voti del cavaliere.
Questa volta i sondaggi stanno a zero, Berlusconi entra  in quarantena, ha il coprifuoco delle 23.00 ma cercherà di recuperare i suoi vecchietti per arginare il danno;  il vero problema quindi resta politico, in un paese intriso di menzogne e ruberie, dove non si  riesce a "prefigurare democraticamente una equilibrata redistribuzione della ricchezza e perseguire il bene comune, la sorpresa di maturità sarà data dalla società civile, se troverà il coraggio di chiedere con il voto alla classe politica di rinnovarsi per servire questo paese.
In assenza di carismi tutti i partiti fanno acqua e creano solo astensione, nessuno ha costruito  riferimenti credibili degni di affidabilità; nel diffuso malcostume  tutto  diviene scostante  generando  disinteresse e rabbia. L’effetto  Renzi per quanto veloce e astuto, anche se non entra in partita, riceverà certamente un premio, che non basta per uscire dal guado,  una sinistra così sinistrata e preoccupata più della  sua conservazione che del paese, non  potrà  vincere le elezioni europee né contenere i  5 stelle. Gli altri arzigogoli presenti alla contesa, più o meno ammantati di rosa, compreso quello scontato di Casini e  quello irrecuperabile della Lega, non saranno di utile rilievo; l’unico forse, correttamente avviato da Tabacci con Scelta civica e Boldrin, se aiutato dall’impegno di Passera anche in coerenza  dell’Agenda Monti,  potrebbe rappresentare la vera novità di prospettiva, per la  nascita di un soggetto moderato e riformatore piu’ grande, nel segno liberal democratico europeo.