lunedì 17 ottobre 2011

Il SOLITO MAZZO DI CARTE

Nei quotidiani locali da qualche settimana vengono evidenziate diverse notizie politiche sulle iniziative relative all’attività dei partiti. Nuovi tesseramenti, convegni, tavole rotonde, costituzione di aggregazioni, circoli, sezioni, insomma ferve una intensa preparazione di evoluzione e posizionamento funzionale all’eventuale caduta del Governo auspicata dalle forze di opposizione, alle eventuali elezioni anticipate o alla partecipazione al prossimo turno delle amministrative.
La metodologia purtroppo è la stessa di sempre, qualcuno che crede di godere di una leadership personale perché ha raccolto un manipolo di consensi, pensa con il suo tesoretto di fare un nuovo partito, come hanno fatto SEL, FLI,API e tanti ancora. Altri cercano di sistemarsi in nuove o vecchie aggregazioni personalizzate da questo o quell’altro capo corrente, ma sostanzialmente la musica è sempre la stessa; si mischia il mazzo delle carte che, comunque ridisposte, rimangono sempre le stesse, cioè in realtà sembra di partecipare ad un gioco nuovo ma la casta rimane la stessa. Ne più e nemmeno di quanto è avvenuto nel rimaneggiamento della attuale maggioranza e di quanto sta avvenendo in Parlamento e nelle segrete conviviali di coordinamento allestite all’impronta, negli alberghi e nei ristoranti romani. Una grande operazione di riciclaggio per rinnovare le candidature e l’eventuale rielezione, mescolare il mazzo di carte e presentare un mazzo nuovo con le carte vecchie. Naturalmente siccome l’esempio viene dall’alto, anche in periferia i gregari si attrezzano e inventano prove di novità: tavole rotonde, sale convegni e riunioni dove si incontrano personaggi che stavano a destra poi a sinistra, poi ancora a destra, assessori, consiglieri, sindaci riciclati e vecchi porta borse che teorizzano per un nuovo centro sinistra per le primarie, un nuovo centro destra per i nuovi centri destra; finanche il Terzo Polo, che aveva promesso di innovare l'agire poltico e fare una politica di garanzia e servizio per il cittadino e per il bene comune, si ricicla e fa finta di cambiare le carte.
Come si possono attrarre i giovani alla politica, i professionisti, gli uomini di cultura, la società civile, continuando a girare le solite carte facendo finta di cambiare gioco?
Il Paese chiede responsabilità, lavoro, sviluppo, certezza del diritto e sereno vivere civile; chissà quando i partiti daranno un segnale di discontinuità e cominceranno a ricreare un sistema di larga partecipazione dei cittadini, dove la politica, l’amministrazione ed il controllo democratico rappresentino un momento alto di servizio da dare al proprio paese!

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