Bene, l’operazione Napolitano è andata felicemente in porto, il nuovo Governo guidato dal Prof. Monti, sicuro di una robusta maggioranza parlamentare, dispiega le sue vele e si avvia verso il mare aperto della politica italiana. D’ora in avanti è nostro dovere aiutare il Professore nel suo difficile compito e seguirlo lungo quella che abbiamo chiamato la“fase straordinaria nella quale vanno ricercate e inventate tutte quelle misure finanziarie, economiche e di sviluppo, calibrate al bene comune e ai valori sociali, che sterilizzino e tengano lontani i pericoli delle speculazioni europee ed internazionali e consolidino il ruolo dell’Italia in Europa”. Abbiamo anche sottolineato, in sintonia con quanto lo stesso Presidente ha poi confermato nelle sue dichiarazioni programmatiche , che a queste misure sono chiamate a concorrere tutte le parti politiche e sociali; che da qui ne va’ del loro futuro e che gli elettori sapranno e dovranno valutare le scelte che via via saranno fatte attraverso un severo controllo. Una serie di responsabilità quindi attendono i cittadini: aiutare il Governo nel suo percorso e nelle sue scelte nella condivisione degli obiettivi e delle finalità, concorrere con il consenso a queste scelte, esercitando il controllo democratico sui risultati, nonché vigilando sulla attività dei partiti e delle parti sociali. Come dunque esercitare questo diritto-dovere costituzionalmente previsto? E’ la grande sfida a cui tutti siamo chiamati, ciascuno per la sua piccola o grande parte dovrà corrispondere non solo in termini di contributo materiale sopportando le eque misure che saranno adottate per riavviare lo sviluppo, ma anche come presenza attiva pulsante democratica rivolta al cambiamento. Forse sarà possibile comprendere cosa è necessario fare per aiutare il paese ad uscire dalla crisi nella quale i mercati finanziari pare ci abbiano condotto ed apprezzare se le ragioni intessute in questi anni attraverso i media dalle nostre forze politiche erano legate a mere contrapposizioni strumentali per detenere o ribaltare i risultati delle ultime elezioni o se la necessità virtù ideata dal Colle sia stata la vera salvezza del nostro Paese. E’ un cammino interessante da percorrere, che merita in ogni caso di essere vissuto nella speranza di ridare cuore e animo alla politica, fiducia ai cittadini ed alle nuove generazioni. Il Paese deve poter ritrovare se stesso, riprendere i suoi valori fondamentali, il proprio vissuto e le sue tradizioni di creatività, genio, arte e cultura attraverso i quali siamo diventati grandi nel mondo. Riprendere il senso della storia, della famiglia, di paese unito nelle sue municipalità, ancorché sia più reale che mai il distacco e la dicotomia dell’area meridionale, della quale necessita parlare con maggior merito. Ognuno deve riflettere su cosa fare. Un uomo politico italiano che apprezzo disse non molto tempo fa: “non mi illudo che, attraverso questa strada, sapremo richiamare l’attenzione popolare, ma quantomeno avremo sollecitato una presenza critica di quanti (pochi o tanti che siano) frequentando il blog vogliono mettere la loro intelligenza al servizio dei problemi veri del Paese. Magari …… affermeremo uno stile”.
Partecipare alla vita politica è un dovere civico, concorrere alla crescita del paese è un diritto sancito dalla Costituzione, testimoniare con l’esempio, il lavoro e la famiglia sono il modo giusto per contribuire al bene comune. Ciascuno, dal lato delle proprie competenti esperienze, con saggezza e senso di responsabilità può contribuire alla conoscenza, alla riscoperta e alla conquista dei valori etici, professionali, di giustizia,coesione e sviluppo che devono presiedere la società civile.
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