ASTENSIONE O RIGETTO !
Evocarla di per se vuol dire in qualche modo temerla. Ma qual è il sentire più diffuso fra gli elettori italiani che il 25 maggio prossimo
dovranno recarsi alle urne per rinnovare il Parlamento europeo? A leggere i sondaggi non dovrebbero esservi grandi
novità rispetto alle ultime tornate elettorali italiane (link) Nel malaffare diffuso
ed emergente non solo nel ceto politico,
se si escludono il piccolo premio al PD di Renzi, la soggezione animalista di
Berlusconi e il visceralismo verbale di
Grillo, tutto dovrebbe andare secondo copione; la casta riesce a tenere e restare imboscata nonostante gli scandali
Expo. In Sardegna per esempio nelle ultime elezioni regionali, dove l’effetto
Renzi ha salvato il PD, l’astensione, in assenza della lista 5 Stelle, è stata superiore al 50% pur in presenza di una forte
proposta autonoma della scrittrice Michela Murgia che ha raccolto 76 mila inutili consensi, pari ad oltre il 10% dei
voti validi. Questa campagna elettorale per le europee, che a Sassari è
abbinata al rinnovo del consiglio comunale e all’elezione del Sindaco, ricorda l’aria che tirava per il primo referendum che
si fece in Sardegna nel 2003 all’epoca della segreteria Fassino; anche in quel
caso a maggio, per i raddoppio delle amministrazioni Provinciali. I partiti
evocarono silenzio e disinteresse ed il
referendum ottenne una astensione record con meno del 20% dei consensi (si era raggiunto uno scarso 15,77) ed i Sardi
da quattro si ritrovarono con 8
provincie. Che poi sono state uno degli
oggetti della consultazione popolare dei referendum abrogativi regionali del
2012, in cui venne di poco superato il quorum del 33% e la cui maggioranza dei
votanti si è espressa a favore dell'abolizione, anche delle 4 province preesistenti.
Ma oggi è tutt’altra musica; forse la
posta sottesa è far prevalere i 5 stelle a danno del PD, indebolire l’Euro, contenere
al massimo il NCD di Alfano a vantaggio dei Fratelli d’Italia, nella direttrice che Forza Italia conduce per
ammortizzare e contenere una sua sicura discesa? Non è dato sapere, capire, né sperare! Il congegno mediatico in atto sembra un gioco delle tre carte e i battitori, con o senza titolo, riescono a sparigliare la piazze che ridono seppur assetate di cambiamento e di speranza.
Gli arresti, l’Expo,
le cupole, i poveri morti in mare, il CSM, le contraddizioni in Procura di
Milano, il Pil negativo, le battaglie e gli scontri duri nelle aule del
Parlamento, il voto contro l’ex sindaco di Messina Genovese, i lasciapassare, le speciali Autority
ecc, ecc.. sono il coacervo preelettorale schizofrenico in cui si dimena il cittadino italiano a due settimane dal
voto. C’è chi pensa che il Sud veramente emarginato vedrà meno Europa in un cielo stellato, che il neocentrista Casini con i suoi amici dovranno pure ringraziare Previti per la scelta di Alfano, che Salvini getta la lega sulla destra con la Signora Marie Lepen!
Ma per fortuna c'è ancora chi, apprezzando quanto è grande il valore
della vita, spera che questo Paese possa finalmente liberarsi dalle sue catene burocratiche,
uscire dagli intrighi e dagli imbrogli e vuole credere che valga ancora la pena premiare il lavoro e la giustizia riconoscendo chi si batte con onestà e
saggezza per il bene comune e
la crescita, in commino verso un'Europa più unita e consapevole, vicina ai giovani ed integrata nelle sue variegate realtà economico-sociali e di sviluppo. (link)
Da parte di Enzo.
RispondiElimina"Non è cosa più difficile a trattar, nè più dubbia a riuscire, nè più pericolosa a maneggiare, che farsi carico a introdurre ordini nuovi"(Macchiavelli,Il Principe). Oggi, come durante il periodo della "guerra fredda", spirano venticelli nazionalistici che vorrebbero convincere le popolazioni a vivere nell'individualismo nazionale, senza capire che tale sistema impoverisce gli scambi culturali ed economici fra gli stati rendendoli incapaci di salvaguardare le proprie economie e quindi il benessere dei propri cittadini.
In questa fase, pertanto, ritengo necessario che sopratutto i media debbano dare più risalto alle problematiche europee, rispetto a quelle- pur necessarie- delle singole nazioni, che comunque da sole oggi non potrebbero far fronte alle esigenze delle proprie popolazioni. Una domanda che ritengo importante :come potranno stare sul mercato le nostre aziende che producono e consumano energia, considerato che sono indebitate in euro? Una catastrofe uscire dalla moneta unica!