sabato 17 maggio 2014

ASTENSIONE O RIGETTO !

Evocarla di per se vuol dire in qualche modo temerla.  Ma qual è il sentire più diffuso fra gli elettori italiani che il 25 maggio prossimo dovranno recarsi alle urne per rinnovare il Parlamento europeo? A leggere i sondaggi non dovrebbero esservi grandi novità rispetto alle ultime tornate elettorali italiane (link) Nel malaffare diffuso ed emergente non solo nel ceto politico, se si escludono il piccolo premio al PD di Renzi, la soggezione animalista di Berlusconi e il visceralismo verbale  di Grillo, tutto dovrebbe andare secondo copione; la casta riesce a tenere  e restare imboscata nonostante gli scandali Expo. In Sardegna per esempio nelle ultime elezioni regionali, dove l’effetto Renzi ha salvato il PD, l’astensione, in assenza della lista 5 Stelle, è stata  superiore al 50% pur in presenza di una forte proposta autonoma della scrittrice Michela Murgia che ha raccolto 76 mila inutili consensi, pari ad oltre il 10% dei voti validi. Questa campagna elettorale per le europee, che a Sassari è abbinata al rinnovo del consiglio comunale e all’elezione del Sindaco, ricorda  l’aria che tirava per il primo referendum che si fece in Sardegna nel 2003 all’epoca della segreteria Fassino; anche in quel caso a maggio, per i raddoppio delle amministrazioni Provinciali. I partiti evocarono silenzio e disinteresse  ed il referendum ottenne una astensione record con meno del 20% dei consensi (si era raggiunto uno scarso 15,77) ed i Sardi da quattro si ritrovarono con  8 provincie. Che poi sono state  uno degli oggetti della consultazione popolare dei referendum abrogativi regionali del 2012, in cui venne di poco superato il quorum del 33% e la cui maggioranza dei votanti si è espressa a favore dell'abolizione, anche  delle 4 province preesistenti.


Ma oggi è tutt’altra musica;  forse  la posta sottesa è far prevalere i 5 stelle a danno del PD, indebolire l’Euro, contenere al massimo il NCD di Alfano a vantaggio dei Fratelli d’Italia, nella  direttrice che Forza Italia conduce per ammortizzare e contenere una sua sicura discesa?  Non è dato sapere, capire, né sperare! Il congegno mediatico in atto sembra un gioco delle tre carte e i  battitori, con o senza titolo, riescono a sparigliare la piazze che ridono seppur assetate di cambiamento e di speranza.
Gli arresti, l’Expo, le cupole, i poveri morti in mare, il CSM, le contraddizioni in Procura di Milano, il Pil negativo, le battaglie e gli scontri duri nelle aule del Parlamento, il voto contro l’ex sindaco di Messina Genovese, i lasciapassare, le speciali Autority ecc, ecc.. sono il coacervo preelettorale schizofrenico in cui si dimena  il cittadino italiano a due settimane dal voto. C’è chi pensa che il Sud veramente emarginato vedrà meno Europa in un cielo stellato, che il neocentrista Casini con i suoi amici  dovranno pure ringraziare Previti per la scelta di Alfano, che Salvini getta la lega sulla destra con la Signora Marie Lepen!  
Ma per fortuna c'è  ancora chi, apprezzando quanto è grande il valore della vita, spera che questo Paese possa finalmente liberarsi dalle sue catene burocratiche, uscire dagli intrighi  e dagli imbrogli e vuole  credere che  valga ancora la pena  premiare il lavoro e la giustizia riconoscendo chi si batte con onestà e  saggezza  per il bene comune e la crescita, in commino verso un'Europa più unita e consapevole, vicina ai giovani ed integrata nelle  sue variegate realtà  economico-sociali e di sviluppo. (link

1 commento:

  1. Da parte di Enzo.
    "Non è cosa più difficile a trattar, nè più dubbia a riuscire, nè più pericolosa a maneggiare, che farsi carico a introdurre ordini nuovi"(Macchiavelli,Il Principe). Oggi, come durante il periodo della "guerra fredda", spirano venticelli nazionalistici che vorrebbero convincere le popolazioni a vivere nell'individualismo nazionale, senza capire che tale sistema impoverisce gli scambi culturali ed economici fra gli stati rendendoli incapaci di salvaguardare le proprie economie e quindi il benessere dei propri cittadini.
    In questa fase, pertanto, ritengo necessario che sopratutto i media debbano dare più risalto alle problematiche europee, rispetto a quelle- pur necessarie- delle singole nazioni, che comunque da sole oggi non potrebbero far fronte alle esigenze delle proprie popolazioni. Una domanda che ritengo importante :come potranno stare sul mercato le nostre aziende che producono e consumano energia, considerato che sono indebitate in euro? Una catastrofe uscire dalla moneta unica!

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