giovedì 23 gennaio 2014

QUESTIONE DI STILE ?

Da che il Cavaliere  è reso incompatibile e Renzi ha vinto le primarie del PD, l’unico dato realmente interessante, a valle del  salasso del saldo imposte di fine dicembre, i pasticci del Governo sull’IMU e sul rimborso forzoso degli scatti per gli insegnanti, è apparso lo “stilnovo”  che il Segretario ha impresso all’azione politica. Checché se ne dica il Sindaco di Firenze ha ingranato una marcia che disturba i manovratori, impensierisce le caste e mette in allarme finanche la Presidenza del Consiglio che, anziché sintonizzarsi nella buona battaglia, incespica e non si libera immediatamente delle scorie frenanti e della  disastrosa  burocrazia che la attenaglia. Ora il vero problema è vedere quanto il PD riesce a farsi del male da solo; del resto non è una novità.

L’ala massimalista ha già fatto i primi favori. La sinistra non riconosce l'avversario politico, vede e vuole solo nemici; non accetta un confronto sereno, o ha bisogno della bagarre per accontentare le basi scontente della dicotomia fra congresso e primarie?
E’ una questione di stile. Fassina  non accetta le battute! Presume una supremazia e si dimette. Subito a ruota si dimette Cuperlo, ma per  dare vita ad una minoranza interna o per questioni di bottega?
Erodere Renzi o condizionare Palazzo Chigi?  Rimettere in piedi la macchina da guerra o partecipare “attivamente” all'Agenda del nuovo corso 2014?   
Certo così facendo si avvia una dicotomia, si riapre la divisione; non si  rischia di perdere le prossime elezioni anche in Sardegna, dove il buon candidato sassarese potrebbe cadere con le caste, assieme al Presidente Cappellacci? Stando alle previsioni, dopo il regalo di Grillo, non appare peregrino supporre che  fra  due litiganti possa godere il terzo!  E  la novità viene proprio da una donna, la scrittrice Michela Murgia,  che seppur ingenua e digiuna politicamente,  con la forza del consenso popolare, potrebbe mettere al servizio dei sardi  valori aggiunti e  nuove concrete prospettive di sviluppo, che i partiti tradizionali hanno sprecato nelle ultime legislature. Nel frattempo, secondo il rinnovato stile divisivo,  la proposta di legge elettorale prende corpo e inizia il suo cammino parlamentare con la forte opposizione dei piccoli partiti. Non sarà difficile eliminare gli ostacoli che stanno caratterizzando gli sfoghi polemici dei diversi attori contendenti. C’è molta fuffa nell’aria e il giovane segretario del PD ha preso una  direzione pragmatica, oculatamente costruita e ben vigilata, da profondo conoscitore delle astuzie della politica al pari del Presidente Letta; se un auspicio può essere fatto sarebbe quello di prefigurare (o suggerire) una accoppiata di  convergente pragmatismo egualitario e riformatore con azioni di partito e di governo, da coniugare in un tempo lungo, nell’interesse di questo meraviglioso martoriato paese.                                                                                                                                                                                                               

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