sabato 8 febbraio 2014

TUTTO FREE

Negli anni 70 e 80, ai tempi della prima Repubblica, molti italiani che andavano in vacanza in montagna sui paesini Alpini, della Valle d’Aosta o della Valtellina per lo scii invernale o per le passeggiate estive nei verdi boschi delle valli dolomitiche, ricorderanno la immancabile puntatina da Bormio a Livigno. Gelido inarrivabile paesino frontaliero vicino a Tre Palle, ultimo comune italiano, dove i vacanzieri facevano tappa per lo shopping turistico (pieno di  benzina, alimentari, cioccolata, liquori, sigarette, tabacco, macchine fotografiche e da presa, ecc.) attratti, appunto, dagli sconti che venivano praticati nel disordinato ed angusto  punto franco di Livigno. Secondo uno slogan della campagna elettorale anche i Sardi potrebbero avere, grazie alla proposta del Presidente Cappellacci, una Free Zone da offrire, oltre che alle correnti mercantili  europee ed extraeuropee dell’area mediterranea, ai turisti che verranno in Sardegna a fare shopping. Certo avrà un bel da fare il Prof. Pigliaru,  valido docente di economia, recuperato in zona cesarini dal PD come candidato Presidente, per spiegare ai Sardi della bontà o meno di questa  rinnovata proposta, coltivata  forse anche all’interno del suo stesso partito e da una specifica associazione che ne avrebbe studiato ed esaltato le peculiarità.
Nel frattempo fra “ lo Schettino e la stazza della Michela Murgia” la stampa ed i media impazzano per cercare di spiegare lo sparuto indipendentismo retrogrado  e supportare quel residuo di consenso che la vecchia  nomenclatura sta cercando di recuperare, a valle delle indagini che la magistratura cagliaritana ha avviato in sintonia  con gli sprechi e le ruberie degli amministratori  delle diverse regioni italiane. Certo in questa tornata amministrativa  i partiti  regionali avrebbero dovuto meditare e far tesoro della diffusa antipolitica per innovare:  lasciando a casa caste,  carrierismi, nepotismi e portaborse, dando segnali tangibili non solo di  prospettive per un nuovo sviluppo e crescita dell’isola, ma di recupero etico, morale e di servizio al bene comune.
 La politica, come dice Papa Francesco, ”è una  vocazione altissima, oltre che una  delle forme più preziose di carità”, ma come si sà il pesce puzza dalle teste; se si vuole innovare uno degli oneri è anche quello di compilare le liste dei candidati! Nel frattempo stà maturando lo spariglio avviato da Renzi  con la legge elettorale, che ha con destrezza contrattato con il Cavaliere, giustificando il fine con i mezzi, per portare scompiglio nella parte più retrograda e a sinistra del suo partito con lo strumento basilare per il cambiamento della vita politica.
 Si sono innescati sospetti e incomprensioni nel partito e con il governo, ma forse è solo il gioco delle parti in pasto alla  “cacofonia mediatica”;  intanto le forze più piccole si accapigliano per la sopravvivenza, mentre Letta và all’apertura delle olimpiadi russe e Renzi, che ha capito il suo ruolo possibile, corre a Cagliari per Pigliaru e  arginare la Michela Murgia che cerca di intercettare l’astensione e le stelle in libertà!

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