E' strano, ma sembra che chiamarsi Matteo nel nostro
parlamento non porti bene! Anche se le campagne mediatiche sono state
contrapposte, prima contro Renzi ed ora a favore del capo della Lega, le
risultanze finali potrebbero avere effetti coincidenti. Molto dipende: dalla
sicura vigilanza del Presidente della Repubblica ma soprattutto dall'intelligenza
del Governo e dei parlamentari, che in questa crisi che si apre rappresentano
in pieno gli elettori e dal favore che questi ripongono nel bene comune e
nell'interesse per la nazione. E’ un momento delicato per l’Italia in questa
complessa congiuntura internazionale; si avviava a raccogliere dei pur modesti
risultati dell’azione del Governo giallo-verde. Certo non era pensabile che la
forza politica più gratificata dagli elettori alle elezioni europee perdesse di
senno, in un delirio egocentrico che potrebbe riportare in auge il
berlusconismo e una sterzata antieuropa, come l’hanno coniata, sovranista.
BLOG di Ubaldo Gerovasi
Partecipare alla vita politica è un dovere civico, concorrere alla crescita del paese è un diritto sancito dalla Costituzione, testimoniare con l’esempio, il lavoro e la famiglia sono il modo giusto per contribuire al bene comune. Ciascuno, dal lato delle proprie competenti esperienze, con saggezza e senso di responsabilità può contribuire alla conoscenza, alla riscoperta e alla conquista dei valori etici, professionali, di giustizia,coesione e sviluppo che devono presiedere la società civile.
lunedì 12 agosto 2019
martedì 19 marzo 2019
NON VOTO ALLE PRIMARIE DEL PD
So
che molti amici vanno a votare alla primarie del PD, anche Prodi si è speso per
favorire una rifondazione, ma non sono credibili. Nessuno dei candidati ha
fatto chiarezza su un punto cruciale che a mio avviso resta dirimente per
ricostruire un partito democratico che ha vistosamente perso le elezioni
in Sardegna per la vetusta compagnia che le dirigenze locali hanno imposto al
povero agnello sacrificale Zedda. Il PD non riesce a cambiare il mazzo delle carte, le
mischia ma fa girare sempre le stesse. Con una legge elettorale indegna, come
si pretende di richiedere il voto a simpatizzanti e iscritti se non si fa
chiarezza sulle responsabilità della sinistra interna? Di chi è la
responsabilità del tracollo e della disaffezione? Si evita il confronto, si
emarginano i renziani si omologano i problemi. Non si può! O si fa
chiarezza o non si può richiedere il consenso. E’ inutile prefigurare
nuove rinascite e promesse amichevoli; il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Fino ad allora votatevi pure, buon gazebo, buon Zingaretti, buon Gentiloni e
vedremo le novità.
giovedì 3 gennaio 2019
PER IL NUOVO ANNO 2019
Il nuovo anno mi sembra un’ottima occasione per riprendere a scrivere sul mio Blog. Prometto di dare risalto alle cose più significative e di non ripetermi sulle analisi politiche che ben conoscete e che restano comunque alla vostra considerazione. Per ora vi lascio alle doverose riflessioni sullalto e garbato discorso allusivo di fine anno del Presidente Mattarella che manovra molto bene la vecchia bacchetta dei nostri primi maestri. Voglio per ora fare a tutti voi i migliori auguri per questo 2019 che sta’ iniziando ed in particolare ai miei amici del Rotary Club Sassari del qual mi onoro di fare parte dal 1986. In questi ultimi periodi la mia presenza non è stata attiva, ma gli amici mi fanno venia: è per questo che l’amicizia è un segno distintivo dei rotariani. Oltre che augurare un anno denso di lavoro e positività desidero fare i complimenti per le nuove iniziative che i rotariani del Consiglio Direttivo hanno assunto nell'ultimo scorcio del 2018 magistralmente guidati da Maristella Mura. Si tratta della attuazione in prosecuzione del progetto sviluppato dal nuovo socio Guglielmo De Stasio: il “Sardinia International Music Festival”, giunto alla quinta edizione, che prevede Master sostenute da illustri musicisti del panorama internazionale e concerti tenuti da allievi e docenti, con lo scopo di portare agli studenti di musica sardi, la possibilità di avvicinare alcuni grandi musicisti senza dover sostenere onerose spese di viaggi alloggi e vitto.
Ricordo che fin dalla prima edizione ad Alghero del Festival il nostro Club, avendo sospeso la seconda edizione del "Premio della Critica musicale Aldo Cesaraccio", istituito dal per ricordare il famoso critico musicale e indimenticabile Direttore della Nuova Sardegna, ha ravvisato un ottima occasione per proseguire a sostenere anche nel loro percorso di perfezionamento i giovani musicisti sassaresi che studiano nel locale Conservatorio, costituendo 4 borse di studio a favore degli studenti partecipanti alle Master e diventando quindi Socio dell’Associazione Culturale Aristosseno che le aveva bandite. A questo punto è nata l’iniziativa cara ai musicisti accreditati; avvalorare l’intenzione progettuale di istituire una Accademia di Alto Perfezionamento Musicale a Sassari, che prende vita oggi definitivamente nella condivisione di alcuni docenti del Conservatorio di Musica “Canepa”, proprio grazie alla disponibile volontà dell’artista Martha Argerich ed al sostegno del Rotary Club Sassari, fondatore del 1° Premio Europeo di Critica Musicale “Aldo Cesaraccio”.
Nel ringraziare la grande concertista Martha Argerich per aver scelto Sassari per dedicare la sua alta cultura musicale per accompagnare i migliori talenti lungo il loro percorso formativo fino alla loro destinazione di lavoro, salutiamo nel nuovo anno l' “Accademia Internazionale di Musica Martha Argerich ” affinché nasca sotto i migliori auspici con gli auguri ed il sostegno, che speriamo attivo e generoso, di tutti gli amici che ci seguono.
sabato 24 febbraio 2018
ARRIVA IL QUATTRO MARZO
Cari amici, questa volta è proprio dura. Molti dicono di
non sapere cosa fare, altri che in quaranta anni non
si erano mai trovati così
spaesati e confusi, tanti scocciati e
delusi e decisi a non andare a votare. Beh la grande astensione non sarebbe una novità, se si pensa alle ultime tornate elettorali e al
risultato dell'ultimo referendum. Questa volta la cosa è un tantino più complicata; dopo la
rottamazione di Renzi gli elettori hanno
l’opportunità di dare una spallata a ciò che resta della vecchia casta che si annida nelle liste e
listerelle generate dal Rosatellum. In realtà ciò che la Ditta di Bersani ha fatto autonomamente, distruggendo il
centrosinistra per punire il PD a gestione Renzi, da un lato manderà a casa i
vecchi peones, dall’altro farà dileguare
tutti quei furbetti che sono riusciti a
farsi inserire localmente, nel gioco maggioritario e plurinominale proporzionale,
all’ombra dei vecchi detentori di voti. In realtà però non
è detto che tutti abbiano fatto bene i conti. Fra gli elettori c’è una gran confusione generata e
strombazzata dai media ed una così
sconfortante qualità dei candidati ad una prima lettura delle liste appena
appese sui cartelli comunali; viene da sentirsi male!. Stamattina mi è capitato
di scorrere i nomi assieme a due giovani
potenziali elettori, che probabilmente nelle ultime votazioni avevano votato PD o
Forza Italia, che di getto trasecolati e basiti hanno esclamato: Boh e come si
farà a votare il 4 marzo?
martedì 14 febbraio 2017
EGOISMO PAURA E POVERTA'
Questi, compresa la caterva
dei giovani disoccupati ed i senza
lavoro naviganti sui social-media, alcuni dei principali sentimenti che hanno animato il NO
degli elettori nel voto referendario per
la riforma costituzionale. Naturalmente vanno precisate le varie specificità territoriali e
culturali ma, in generale, quello che a prima vista può sembrare un sentimento
di affetto per la Costituzione più" bella del mondo", risiede proprio
in queste personali amenità. Primo fra
tutti il vecchio personale politico, la cosiddetta casta, ha trovato nel
movimento di Grillo il migliore
alleato per consolidare il dissenso, ma soprattutto lo
hanno incontrato quelli delle minoranze del PD che avevano bisogno di nascondersi per far crescere il loro
malumore rancoroso, soprattutto dopo la disponibilità al SI di Romano Prodi,
che, comunque, ha espresso il consenso con eccessivo ritardo senza far in tempo a recuperare molti suoi amici ormai delusi ed abbandonati. Certo le lacerazioni nel maggiore partito italiano, nella Ditta di
Bersani, sono molte e da domani emergeranno con veemenza e forza per vedere di
poter riprendere il mazzo di carte
e cominciare a dettare condizioni e costruire
nuovi capibastone. Per il Presidente Mattarella si profilano giornate
intense e di massimo impegno; tutti
confidano in lui improvvisamente, soprattutto quelli più spaventati del
cambiamento e dell’innovazione. Lo
guardano come il salvatore della patria, ma in realtà della continuità
delle loro posizioni.
venerdì 2 dicembre 2016
VERSO IL REFERENDUM
Per prima cosa vorrei ringraziare
gli amici ed i lettori che in questi mesi hanno seguito il blog nonostante
l’interruzione dei post di
approfondimento. Gli accessi costanti e numerosi dimostrano che le tesi via via
presentate non hanno perduto di interesse e incontrano sempre nuovi lettori. D'altronde Il Governo Renzi e lo scorrere delle contrastanti
vicissitudini in campo europeo
dell’Italia, seppur dense di attivismo ed operatività non hanno dato adito a veri recuperi di credibilità né a modificazioni strutturali
nei processi finanziari e di mercato o nelle istituzioni di rilievo.
Con l’eccezione della parentesi Obama, oscurata immediatamente dalla vittoria di Donald Trump, la qualità dell’azione politica si è ancor più impoverita, quella imprenditoriale medita facendo seminari e quella sindacale esce dal suo totale dissesto grazie ai due buoni contratti dei metalmeccanici e degli statali. Peraltro tutti hanno goduto e godono dei favori di una “stampa cialtrona” finalmente messa a nudo dal suo stesso maggior portato intellettuale (le riflessioni sul Corriere della Sera fra lo storico direttore Mieli e il compianto Umberto Eco .. restano un punto di riferimento illuminante da tenere sempre vivo quando si leggono i quotidiani o si seguono alcuni dibattiti televisivi) .
Seguire gli avvenimenti politici è diventato impossibile, il cittadino è indifeso e si adagia in questa degenerazione dell’informazione che non alimenta altro che risentimenti e avversione. Il tutto a favore della spettacolarizzazione delle questioni da cui maturano antipolitica ed astensione e certo ben lontano dal voler fare verità separando i fatti dalle opinioni. I messaggi pacati e concreti del Presidente Mattarella cercano di spronare un contesto sociale che non è riuscito a modificare e scalfire minimamente il becero egoismo individuale di un personale politico che pensa solo a perdurare nel suo status, studiando tutti gli stratagemmi possibili per reiterare la propria presenza nei diversi ambiti elettivi . Ed è quanto emerge dalla dissennata campagna referendaria che ha visto la” vera casta” dimenarsi con i denti e con le unghie cercando di protrarre ad libitum i propri egoismi e interessi, inventando le più disparate deficienze della riforma sottoposta a referendum per mantenere la Costituzione attuale, da loro stessi votata in ben 6 passaggi parlamentari fra Camera e Senato con discussione e approvazione di articoli testi e milioni di emendamenti.
Come è possibile tollerare la negazione di se stessi per tornaconto politico? Non si può sciupare il bene comune per difendere caparbiamente lo status quo e l’egoismo individuale che nega alle future generazioni un cambiamento delle regole che da trenta anni gli stessi protagonisti politici hanno teorizzato e proposto.
Un amico in Sardegna si preoccupava che le regioni a Statuto speciale non potranno più dire la loro e su alcune materie possono perdere le loro prerogative, con la possibile destinazione di scorie radioattive sul territorio. Con un pizzico di umor mi è venuto da pensare che le “scorie” ce le abbiamo già e questa può essere un’occasione per debellarle, così da utilizzare il prossimo voto per eleggere nelle città e in regione persone che abbiano a cuore il bene comune e la buona politica e adeguate alla futura normativa costituzionale.
E’ bene rammentare in proposito che da oltre un ventennio, per disposizione di legge, il Presidente della Regione (a statuto speciale) partecipa con il rango di Ministro con voto consultivo alle sedute del Consiglio dei Ministri quando vengono trattate questioni che riguardano la propria regione e fa parte della delegazione italiana all'Unione europea o in altre organizzazioni internazionali quando vi sono in gioco interessi rilevanti per la regione.. Buon voto
Con l’eccezione della parentesi Obama, oscurata immediatamente dalla vittoria di Donald Trump, la qualità dell’azione politica si è ancor più impoverita, quella imprenditoriale medita facendo seminari e quella sindacale esce dal suo totale dissesto grazie ai due buoni contratti dei metalmeccanici e degli statali. Peraltro tutti hanno goduto e godono dei favori di una “stampa cialtrona” finalmente messa a nudo dal suo stesso maggior portato intellettuale (le riflessioni sul Corriere della Sera fra lo storico direttore Mieli e il compianto Umberto Eco .. restano un punto di riferimento illuminante da tenere sempre vivo quando si leggono i quotidiani o si seguono alcuni dibattiti televisivi) .
Seguire gli avvenimenti politici è diventato impossibile, il cittadino è indifeso e si adagia in questa degenerazione dell’informazione che non alimenta altro che risentimenti e avversione. Il tutto a favore della spettacolarizzazione delle questioni da cui maturano antipolitica ed astensione e certo ben lontano dal voler fare verità separando i fatti dalle opinioni. I messaggi pacati e concreti del Presidente Mattarella cercano di spronare un contesto sociale che non è riuscito a modificare e scalfire minimamente il becero egoismo individuale di un personale politico che pensa solo a perdurare nel suo status, studiando tutti gli stratagemmi possibili per reiterare la propria presenza nei diversi ambiti elettivi . Ed è quanto emerge dalla dissennata campagna referendaria che ha visto la” vera casta” dimenarsi con i denti e con le unghie cercando di protrarre ad libitum i propri egoismi e interessi, inventando le più disparate deficienze della riforma sottoposta a referendum per mantenere la Costituzione attuale, da loro stessi votata in ben 6 passaggi parlamentari fra Camera e Senato con discussione e approvazione di articoli testi e milioni di emendamenti.
Come è possibile tollerare la negazione di se stessi per tornaconto politico? Non si può sciupare il bene comune per difendere caparbiamente lo status quo e l’egoismo individuale che nega alle future generazioni un cambiamento delle regole che da trenta anni gli stessi protagonisti politici hanno teorizzato e proposto.
Un amico in Sardegna si preoccupava che le regioni a Statuto speciale non potranno più dire la loro e su alcune materie possono perdere le loro prerogative, con la possibile destinazione di scorie radioattive sul territorio. Con un pizzico di umor mi è venuto da pensare che le “scorie” ce le abbiamo già e questa può essere un’occasione per debellarle, così da utilizzare il prossimo voto per eleggere nelle città e in regione persone che abbiano a cuore il bene comune e la buona politica e adeguate alla futura normativa costituzionale.
E’ bene rammentare in proposito che da oltre un ventennio, per disposizione di legge, il Presidente della Regione (a statuto speciale) partecipa con il rango di Ministro con voto consultivo alle sedute del Consiglio dei Ministri quando vengono trattate questioni che riguardano la propria regione e fa parte della delegazione italiana all'Unione europea o in altre organizzazioni internazionali quando vi sono in gioco interessi rilevanti per la regione.. Buon voto
sabato 17 maggio 2014
ASTENSIONE O RIGETTO !
Evocarla di per se vuol dire in qualche modo temerla. Ma qual è il sentire più diffuso fra gli elettori italiani che il 25 maggio prossimo
dovranno recarsi alle urne per rinnovare il Parlamento europeo? A leggere i sondaggi non dovrebbero esservi grandi
novità rispetto alle ultime tornate elettorali italiane (link) Nel malaffare diffuso
ed emergente non solo nel ceto politico,
se si escludono il piccolo premio al PD di Renzi, la soggezione animalista di
Berlusconi e il visceralismo verbale di
Grillo, tutto dovrebbe andare secondo copione; la casta riesce a tenere e restare imboscata nonostante gli scandali
Expo. In Sardegna per esempio nelle ultime elezioni regionali, dove l’effetto
Renzi ha salvato il PD, l’astensione, in assenza della lista 5 Stelle, è stata superiore al 50% pur in presenza di una forte
proposta autonoma della scrittrice Michela Murgia che ha raccolto 76 mila inutili consensi, pari ad oltre il 10% dei
voti validi. Questa campagna elettorale per le europee, che a Sassari è
abbinata al rinnovo del consiglio comunale e all’elezione del Sindaco, ricorda l’aria che tirava per il primo referendum che
si fece in Sardegna nel 2003 all’epoca della segreteria Fassino; anche in quel
caso a maggio, per i raddoppio delle amministrazioni Provinciali. I partiti
evocarono silenzio e disinteresse ed il
referendum ottenne una astensione record con meno del 20% dei consensi (si era raggiunto uno scarso 15,77) ed i Sardi
da quattro si ritrovarono con 8
provincie. Che poi sono state uno degli
oggetti della consultazione popolare dei referendum abrogativi regionali del
2012, in cui venne di poco superato il quorum del 33% e la cui maggioranza dei
votanti si è espressa a favore dell'abolizione, anche delle 4 province preesistenti.
mercoledì 23 aprile 2014
RENZI GUARDA I SINDACATI ?
Meglio sarebbe dire spiazza e oscura
quelli che una volta erano i
difensori ,” si fà per dire”, dei diritti dei
lavoratori. Forse colpito
dalle recenti rievocazioni con le quali la stampa di opinione ha rammentato il ruolo passato e recente del sindacato nello
sviluppo del paese : “ Lacci e lacciuoli di imprese e sindacati (che) frenano
la crescita” (Guido Carli 1977) e le “rigidità legislative burocratiche,
corporative, imprenditoriali, sindacali sono sempre la remora principale allo
sviluppo del nostro paese"(Ignazio Visco Governatore della Banca d’Italia), il
giovane Segretario del Partito Democratico e Presidente del Consiglio, con l’ erogazione a 10 milioni di lavoratori di una modesta 14° mensilità
da ottanta euro nette al mese ha mandato
un segnale forte proprio a quelle parti sociali, contrariate, già dall’avvento
di Mario Monti, per la fine degli interminabili ed inconcludenti confronti di
Palazzo Chigi. Al là dei possibili effetti sull’economia e sul PIL criticati dalla minoranza del PD attraverso
l’On. Fassina, ai rappresentanti delle Confederazioni, dedite ormai alla mutualità surrettizia e parafiscale ed al recupero di qualche importante poltrona per futuri trombati, non
rimane che il gravoso compito di rappresentare
gli interessi della numerosa residuale categoria dei pensionati, esclusi dai recenti benefici del cuneo fiscale,
anche se, loro malgrado, continuano a pagare la delega associativa annuale. Il
momento è imbarazzante, il maggiore ente di previdenza è scoperto e la contestazione metalmeccanica non si assopisce;
Landini si agita, blatera e continua a fare il
prezzemolo nei tolk show televisivi. Nè peraltro possono definirsi edificanti le recenti prese di posizione dei vertici sindacali, a cominciare dalla petulanza di Confindustria,
dall’imperativo Segretario della CISL
Bonanni, che avverte: “Queste massime autorità
devono stare attente a come parlano: parlano a vanvera, sono gli
untori del populismo italiano”. O per non parlare della Segretaria della CGIL Camusso , che precisa: “Mi sembra
un riproporre ricette che hanno già mostrato
il loro fallimento”. Per la sinistra del
PD sono tempi duri, la casta trema e si vede costretta a riesumare Berlinguer per non
perdere pezzi. Nell’illusione di
Veltroni, al tempo dei “gufi”, si scompone
e non regge all’attivismo del nuovo "Mosè" che spariglia tutto e blandisce l’accordo con Forza Italia. Si alterano “ i dalema”, vanno in fibrillazione”
i brunetta”, si scompigliano “i cinque stelle” e Grillo si arrabbia! Anche La 7
perde l’orientamento, in vista delle
elezioni europee invita Marie Le Pen per attizzare una destra vagante in ambito europeo alla
disperata ricerca dei voti del
cavaliere.
Questa volta i sondaggi stanno a zero, Berlusconi entra in quarantena, ha il coprifuoco delle 23.00 ma cercherà di recuperare i suoi vecchietti per arginare il danno; il vero problema quindi resta politico, in un paese
intriso di menzogne e ruberie, dove non si riesce a "prefigurare democraticamente una equilibrata redistribuzione della ricchezza e
perseguire il bene comune, la
sorpresa di maturità sarà data dalla società civile, se troverà il coraggio di chiedere con il voto alla classe politica di rinnovarsi per servire questo paese.
In assenza di carismi tutti i
partiti fanno acqua e creano solo astensione, nessuno ha costruito riferimenti credibili degni di affidabilità; nel diffuso malcostume tutto diviene scostante generando disinteresse e rabbia. L’effetto Renzi per quanto veloce e astuto, anche se non entra in partita, riceverà
certamente un premio, che non basta per uscire dal guado, una
sinistra così sinistrata e preoccupata più della sua conservazione che del paese, non potrà
vincere le elezioni europee né contenere i 5 stelle. Gli altri arzigogoli presenti alla
contesa, più o meno ammantati di rosa, compreso quello scontato di Casini e quello irrecuperabile della Lega, non saranno
di utile rilievo; l’unico forse, correttamente avviato da Tabacci con Scelta civica e
Boldrin, se aiutato dall’impegno di Passera anche in coerenza dell’Agenda Monti, potrebbe rappresentare la vera novità di
prospettiva, per la nascita di un
soggetto moderato e riformatore piu’ grande, nel segno liberal democratico
europeo.
domenica 16 marzo 2014
LE QUOTE ROSA
La Casta ha vinto ancora! Le retroguardie
massimaliste del PD abbinate ai forzisti
vecchi e nuovi del” ghe penso mì”
hanno dato spettacolo, ben supportati
dai tuttologi dell’informazione e costretto
il Governo Renzi a veleggiare per evitare il naufragio. Tutte manovre
preparatorie per disperdere i veri nemici
della questione di genere, condotta strenuamente dal sesso ” forte” con
l’espressione candida di un abito, che in questo caso “ non ha fatto il
monaco”. Comunque grande confusione da parte di una comunicazione politica della
sinistra insufficiente ed ambigua, che riprenderà
l’azione in Senato, ma capace di farsi
male e trasformare una giusta e logorata aspettativa di genere, in annunci
populisticamente incostituzionali ancorché democraticamente opinabili. In
realtà la questione femminile non può essere dirimente; nei vertici, in politica,
nell’amministrazione, nell’ impresa, come in ambito ecclesiale, rimane, come ha sottolineato Papa Francesco,
una questione funzionale. Nelle espressioni vitali e partecipative invece la
presenza femminile assume un ruolo strategico ed originale, quasi
universalistico, che non consente gradazioni,
proprio perché se valutate dalla
casta rischiano di assumere quella
connotazione maschilista tanto in voga
nel nefasto ventennio. Matteo Renzi ha glissato bene, scudato dagli accordi
intessuti, con la carica di creatività riesce ad isolare la sinistra interna ed
esterna, sbeffeggiata con una strategia di attacco multimediale che sorprende
financo il sindacato e i moltissimi
osservatori, che piano piano si
rivolteranno contro.
Curioso l’appunto di Dario di Vico sul Corriere di giovedì 13 in
cui vengono contestate le scelte fatte dal Governo sia nel metodo che nel
merito! Perché alla fine poi, strumentalmente, sembra quasi volerne salvare la validità. Ma ciò che conta non dovrebbero
essere i provvedimenti adottati per il bene del Paese e dello stato del suo sviluppo, compreso il lavoro? Far rilevare nominali ipotetiche critiche di
metodo e sul merito non spettanti e certamente non appropriate, ancorché possibili e
necessarie in chi deve esercitare tali
funzioni, può determinare distorsione
nel comune sentire e deprezzamento dell’attività di Governo e
politica in generale, cosa forse poco consona per uno strumento informativo di massa.
Sarebbe opportuno ritornare al confronto delle idee, riprendere la
linea della responsabilità e dell’etica per smorzare le derive populiste che alimentano disaffezione e antipolitica.
L’occasione è comunque propizia
per esprimere dal bolg soddisfazione e
interesse per il riequilibrio di genere
compiuto dal Governatore della Sardegna Pigliaru dopo la recente vicenda
elettorale. Complimenti! La chiamata di cinque donne in Giunta rappresenta
una svolta ed una risposta concreta a parte delle istanze elettorali. Ben
sfogliando la margherita il professore
porta in dote dal Capo di sopra due valide presenze (Maria Grazia Piras e Donatella Spano), dal
tratto umano, culturale e professionale eccellenti, che possono certamente contribuire
all’ attuazione dei futuri programmi
dell’isola.
giovedì 20 febbraio 2014
LA CASTA VINCE ?
Uno due tre: casta vince casta
perde! Quale casta sceglie? Il nuovo Governo imposto dal PD di Renzi riecheggia
il vecchio gioco delle tre carte, una volta in uso nelle fiere e nelle feste
paesane meridionali, dove i tre compari
allestivano il banchetto per il piacere degli allocchi, regolarmente perdenti.
Qui non si capisce bene chi vince o chi perde, ma certo l’immagine del paese
non trae alcun beneficio da questa
staffetta anomala fra le giovani espressioni del partito più democratico.
Altre volte abbiamo detto che lo stile non è
acqua, ma cacciare un governo, in nome dell’ambizione personale di un soggetto o
di una corrente di partito, per fare una
repentina sostituzione dei figuranti e
degli attori, che stile è? Quello di non lasciarsi scappare le cinquecento
poltrone di sottogoverno da assegnare? O
lo stilnovo dell'ala sinistra di sparigliare le resistenze centriste e
rottamare i rottamatori?
Ragazzi! Bersani alle primarie non ha cacciato nessuno! Ha cercato di scompaginare i
grillini, ma quello era un altro film. Ciò
che resta in ogni caso è la vittoria della casta; con l’operazione Renzi si consolidano le posizioni in tutti i ranghi
di destra, di sinistra e centro e si allontana anche il pericolo d’uscita dai banchi di Montecitorio per le matricole ultime arrivate.
Questa operazione
gattopardesca di defenestrazione di Enrico Letta, poco gradita a molti
militanti e non, ricorda la decisione dei primi anni novanta di chiudere
l’Agenzia per lo sviluppo del Mezzogiorno che aveva sostituito la vecchia
Cassa. Poche menti attorno ad un tavolo rotondo interrompevano il
processo di sviluppo delle aree meridionali, bloccando l’economia dell’intero mezzogiorno; mentre nelle aree più ricche del
paese correva la ristrutturazione e
riconversione industriale, si fermavano le infrastrutture, il decollo delle
zone industriali, invertendo un
processo appena avviato con le prime iniziative dell’indotto, artigianali e nei
servizi, nonché paralizzando lo sviluppo delle zone agricole, irrigue e non.
Quale fu anche allora il ruolo dei poteri forti, delle lobby e concentrazioni
economiche e finanziarie? Venne proposto da un comitato referendario coordinato dal Prof. Massimo Severo Giannini un referendum tra quelli chiamati " antipartitocratici" per l’abolizione dell’intervento straordinario Fu
convalidato dalla Corte di Cassazione e interrotto poi dalla stessa
Cassazione con un
Decreto delegato del Parlamento che
segnava, con il 15 aprile 1993, la fine
dell’intervento straordinario nel mezzogiorno e l’avvio di un regime transitorio per tutto il
pregresso, con un nuovo sistema di agevolazioni, esteso a tutte le aree
depresse del territorio nazionale. Venivano così trasferite le varie competenze, con le rinnovate le modalità di
intervento ordinario per le aree depresse di tutto il territorio nazionale, alla burocrazia dei diversi Ministeri e le opere alle singole Regioni. Erano i tempi di tangentopoli, di “Roma
ladrona” della Lega di Bossi che assunse la bandiera immeritata ed esteriore
della fine dell’intervento straordinario, voluto in realtà dai partiti di allora( DC e PSDI contrari, favorevoli PLI, PRI, PDS, Radicali e Verdi
e PSI) che trasferirono di fatto i danni sulle classi lavoratrici da loro stessi
rappresentate.
Oggi in Sardegna grande affermazione del PD, un
primo effettino Renzi lo ha avuto nella spinta alla vittoria del Prof.
Francesco Pigliaru, docente di Economia e Prorettore dell’Università di
Cagliari, alla guida della Regione, che avrebbe comunque raggiunto il risultato
per suo merito; per fortuna “l’uomo” con le sue qualità e valori si distingue e
rimane ancora al centro dell’apprezzamento sociale. Una vittoria
importante se si pensa alla prevedibile grande astensione che ha visto un sardo
su due ad esprimere il voto, non tanto
per la scelta del Movimento 5 stelle di abbandonare il campo, quanto per la
miriade di modestissime liste e listerelle che hanno di fatto reso
confusionaria la breve campagna elettorale, povera di reali prospettive e idee
di cambiamento. La casta dunque, esclusa quella vendicativa della destra che ha fatto il flop, in tutta la sua presenza di carrierismo e vetustà riuscirà a connotare il nuovo Consiglio regionale, anche nelle prime previsioni di
Giunta?
Unico dato
significativo paradossale” l’effetto Murgia”; la scrittrice sarda pur avendo ottenuto
un successo personale di tutto rispetto, forse non è stata votata dalle donne, si è disperso
il consenso di genere e il nuovo Consiglio della regione nel 2014 può vantare la
quasi totale esclusione della presenza femminile. Su 60 consiglieri eletti le
rappresentanti del gentil sesso sono modestamente 4, con buona pace della pari opportunità e di quella tanto attesa parità di genere
rivendicata proprio dalle parlamentari del PD.
sabato 8 febbraio 2014
TUTTO FREE
Negli anni 70 e 80, ai tempi
della prima Repubblica, molti italiani che andavano in vacanza in montagna sui
paesini Alpini, della Valle d’Aosta o della Valtellina per lo scii invernale o
per le passeggiate estive nei verdi boschi delle valli dolomitiche,
ricorderanno la immancabile puntatina da Bormio a Livigno. Gelido inarrivabile
paesino frontaliero vicino a Tre Palle, ultimo comune italiano, dove i
vacanzieri facevano tappa per lo shopping turistico (pieno di benzina, alimentari, cioccolata, liquori, sigarette,
tabacco, macchine fotografiche e da presa, ecc.) attratti, appunto, dagli
sconti che venivano praticati nel disordinato ed angusto punto franco di Livigno. Secondo uno slogan
della campagna elettorale anche i Sardi potrebbero avere, grazie alla proposta
del Presidente Cappellacci, una Free Zone da offrire, oltre che alle correnti
mercantili europee ed extraeuropee dell’area
mediterranea, ai turisti che verranno in Sardegna a fare shopping. Certo avrà
un bel da fare il Prof. Pigliaru, valido
docente di economia, recuperato in zona cesarini dal PD come candidato
Presidente, per spiegare ai Sardi della bontà o meno di questa rinnovata proposta, coltivata forse anche all’interno del suo stesso partito
e da una specifica associazione che ne avrebbe studiato ed esaltato le
peculiarità.
Nel frattempo fra “ lo Schettino
e la stazza della Michela Murgia” la stampa ed i media impazzano per cercare di spiegare lo sparuto indipendentismo retrogrado e supportare quel residuo di consenso che la
vecchia nomenclatura sta cercando di recuperare, a valle delle indagini che la
magistratura cagliaritana ha avviato in sintonia con gli sprechi e le ruberie degli
amministratori delle diverse regioni
italiane. Certo in questa tornata amministrativa i partiti regionali avrebbero dovuto meditare e far
tesoro della diffusa antipolitica per innovare: lasciando a casa caste, carrierismi, nepotismi e portaborse, dando
segnali tangibili non solo di prospettive
per un nuovo sviluppo e crescita dell’isola, ma di recupero etico, morale e di
servizio al bene comune.
La politica, come dice Papa Francesco, ӏ
una vocazione altissima, oltre che
una delle forme più preziose di carità”,
ma come si sà il pesce puzza dalle teste; se si vuole innovare uno degli oneri
è anche quello di compilare le liste dei candidati! Nel frattempo stà maturando lo spariglio avviato da Renzi
con la legge elettorale, che ha con destrezza contrattato con il
Cavaliere, giustificando il fine con i mezzi, per portare scompiglio nella
parte più retrograda e a sinistra del suo partito con lo strumento basilare per il cambiamento
della vita politica.
Si sono innescati sospetti e incomprensioni nel
partito e con il governo, ma forse è solo il gioco delle parti in pasto alla “cacofonia mediatica”; intanto le forze più piccole si accapigliano
per la sopravvivenza, mentre Letta và all’apertura delle olimpiadi russe e
Renzi, che ha capito il suo ruolo possibile, corre a Cagliari per Pigliaru e arginare la Michela Murgia che cerca di intercettare
l’astensione e le stelle in libertà!
giovedì 23 gennaio 2014
QUESTIONE DI STILE ?
Da che il Cavaliere è reso incompatibile e Renzi ha
vinto le primarie del PD, l’unico dato realmente interessante, a valle del salasso del saldo imposte di fine dicembre, i pasticci
del Governo sull’IMU e sul rimborso forzoso degli scatti per gli insegnanti, è
apparso lo “stilnovo” che il Segretario
ha impresso all’azione politica. Checché se ne dica il Sindaco di Firenze ha
ingranato una marcia che disturba i manovratori, impensierisce le caste e mette
in allarme finanche la Presidenza del Consiglio che, anziché sintonizzarsi
nella buona battaglia, incespica e non si libera immediatamente delle scorie
frenanti e della disastrosa burocrazia che la attenaglia. Ora il vero problema è vedere
quanto il PD riesce a farsi del male da solo; del resto non è una novità.
giovedì 19 dicembre 2013
INTEGRAZIONE
Il fenomeno Renzi, soprattutto
per le previsioni della vigilia ma anche per le aspettative future, merita una riflessione. La cosa più interessante è
la rapidità dell’azione e la concomitante risposta governativa, che non deve
dare l’idea di una gara, quasi che il rinnovamento generazionale diffuso sia
indice di efficienza politica; nella
speranza che riesca a contenere e far
rientrare quella protesta sociale diffusa
che il Colle segue con attenta circospezione.
I partiti purtroppo hanno perduto
troppo tempo. Le” finte” riflessioni soprattutto quando sono egoistiche e inconcludenti mal si conciliano con le
responsabilità, i bisogni e le aspettative della gente. E’ dai tempi della DC
di Zaccagnigni che molta parte della società
civile di questo paese auspica un mutamento del costume comportamentale,
dell’azione politica e dell’etica pubblica .
Fra cambiamenti, nuove
maggioranze, referendum, nascita di nuovi soggetti, fronti leghisti,
scissione sindacale, fine del PC, PDS, Bolognina, Ulivo, Mani pulite, Strage di
Capaci, fine della prima repubblica e via dicendo, da quanti lustri il
cittadino spera ed attende le risposte della classe politica! Quanta fiducia
delusa espressa nei voti, quante vane speranze riposte negli eletti, sia destra
che di sinistra, nei partitini proprietari, nel contratto con gli italiani!
mercoledì 4 dicembre 2013
MANOVRINA DI AGGIUSTAMENTO
Infantile; questo il tratto
personale del più gettonato probabile Segretario del PD che l’otto di dicembre è destinato a
furoreggiare fra gli iscritti del primo partito italiano. Di certo l’epiteto
non sarà sfuggito all’attenzione della
stampa estera come considerazione che il Capo del Governo Italiano ha del probabile nuovo responsabile del partito a cui egli
stesso appartiene; ne terrà in debito
conto quando il nuovo PD metterà le ali all’azione di governo e nel semestre di
presidenza europea!
Nelle sezioni del PD disseminate per l’Italia,
all’indomani delle defatiganti lotte per
arginare la rottamazione, conservare le caste con qualche innesto di giovani parentele
o amichevoli clientele, i
massimalisti e i sindacalisti che residuano
dalle segreterie Fassino, Veltroni ,
Bersani ed Epifani, andranno su tutte le furie per digerire
supinamente il cambiamento! Messo a posto il mazzo di carte, emarginato il
pericolo di fare politica preteso da Fabrizio Barca, ricomincerà la solfa di
sempre o come ha detto Civati, si aprirà la “rimessa”; in fin dei conti non è
la politica che serve ma la gestione del potere. E poi quelli che andranno ai banchetti delle primarie mica lo sanno se devono
eleggere il Segretario del partito o un competitor di Palazzo Chigi, è come un
gioco dell’oca che dura fino al day after; finché una parte più avveduta del
popolo italiano eserciterà il voto considerando l’attività politica un servizio fiduciario da offrire allo stato ed
ai cittadini e non un teatrino
costosissimo di slogan per allocchi plaudenti,
illusi di difendere i propri bisogni e
il bene della Nazione.
Mettersi al servizio del bene comune non vuol dire sistemazione personale nè carriera politica; o forse i due maggiori partiti che hanno sostenuto il Governo Letta hanno fatto in modo, in questo tratto di legislatura, da sistemare il mazzo delle carte e le caste per il prossimo futuro?
Mettersi al servizio del bene comune non vuol dire sistemazione personale nè carriera politica; o forse i due maggiori partiti che hanno sostenuto il Governo Letta hanno fatto in modo, in questo tratto di legislatura, da sistemare il mazzo delle carte e le caste per il prossimo futuro?
domenica 29 settembre 2013
NASCE L’OSSERVATORIO
Nel segno dell’uomo, della sua felicità e della politica che arricchisce se pone al centro il servizio e la donazione verso gli atri, ieri sera ha mosso i primi passi l’Osservatorio di Alta Politica, Buona Amministrazione e Sviluppo, annunciato da tempo in questo blog ed offerto al Governo ed ai partiti. Durante i lavori, con la “messa al bando dell’individualismo asociale e amorale, che infetta spesso il comportamento di settori o frammenti della società”, ben noto e caratterizzato anche nella nostra isola, sono state discusse e messe a punto le peculiarità e gli obiettivi di questo nuovo luogo di incontro culturale e formativo rivolto ai cittadini che desiderano partecipare alla vita del proprio paese per contribuire alle scelte necessarie a favorirne lo sviluppo. Nasce una palestra di informazione e studio per far crescere nei cittadini, uomini, donne e soprattutto nelle nuove generazioni, la cultura dei valori etici e del bene comune per partecipare ad una azione politica basata sui principi di libertà, solidarietà, democrazia, laicità e giustizia, rispetto del creato e salvaguardia della dignità umana, della vita, della famiglia. Affinché, secondo il pensiero di Papa Francesco: “ognuno di noi possa recuperare sempre più concretamente la propria identità personale come cittadino convocato, dal latino citatorium, il chiamato al bene comune”; non come soggetto preso individualmente, ma in quanto persone convocate a creare un’unione, un ordinamento armonico, finalizzato al bene comune”.
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